Due ostaggi rapiti da Hamas lo scorso 7 ottobre sono stati liberati nel corso di un blitz israeliano avvenuto nella notte a Rafah, nel sud della Striscia di Gaza, dove vivono ammassati 1,4 milioni di palestinesi sfuggiti dai combattimenti tra Israele e Hamas. Fernando Simon Marman (60 anni) e Norberto Louis Har (70) sono tornati liberi dopo un'operazione condotta dallwe forze dell'IDF, dallo Shin Bet e dalla polizia israeliana. Intanto nella notte a Rafah sono avvenuti pesanti bombardamenti, provocando diversi morti. "Circa 100 le vittime", rende noto il ministero della Sanità di Hamas. Colpite decine di case e tre moschee.
Il blitz in un edificio
Gli ostaggi erano reclusi in un appartamento al secondo piano di un edificio di Rafah, a sorvegliarli uomini armati di Hamas, sia nell'appartamento che vicini edifici. Le forze speciali hanno fatto irruzione nell'appartamento all'1.49 della notte, dopo sessanta secondi sono scattati gli attacchi aerei sulle zone circostanti. I membri del corpo speciale hanno fatto scudo aglim ostaggi coi propri corpi, mentre stava imperversando una durissima battaglia in diversi punti. Portati in una zona sicura non lontana, gli ostaggi sono stati rapidamente trasportati in aereo in un ospedale nel centro di Israele.
Esulta il ministro della Difesa
"Insieme al primo ministro e agli alti comandanti ho seguito l'operazione dalla sala operativa. Offro il mio pieno apprezzamento all'IDF, allo Shin Bet e all'Unità nazionale antiterrorismo", ha detto il ministro della Difesa, Yoav Gallant parlando di "straordinaria operazione di salvataggio". "L'IDF e lo Shin Bet hanno lavorato a questa operazione da molto tempo. Finora non c'erano le condizioni per realizzarla e abbiamo aspettato che maturassero. Raggiungere l'obiettivo nel cuore di Rafah è stato molto complesso. Le forze dell'ordine sono arrivate clandestinamente sull'obiettivo intorno all'una di notte e hanno effettuato un'azione molto complessa nei locali e al secondo piano dove erano tenuti gli ostaggi", ha riferito il portavoce dell'IDF, il contrammiraglio Daniel Hagari, fornendo alcuni dettagli sulla liberazione di Marman e Har. L'IDF ha informato anche che, durante le ultime operazioni a Gaza, sono morti due soldati israeliani.
La roccaforte di Hamas
Rafah è l'ultima roccaforte di Hamas rimasta nella Striscia di Gaza. Il governo Netanyahu intende neutralizzare i quattro battaglioni che si nascondono in mezzo ai civili inermi. Il presidente Usa Joe Biden ha chiesto al premier israeliano di non scatenare un'operazione militare a Rafah senza un piano "credibile ed eseguibile" per proteggere i civili. Israele, però, guarda avanti e non intende frenare le operazioni, ora che sente vicino il risultato.
"Luis and Fernando are home": IDF spokesperson Daniel Hagari gives a briefing on the rescue of two Israeli hostages kidnapped by Hamas and rescued in Rafah - https://t.co/AK4FKmTHLp#bringthemhome #hamas #terrorists pic.twitter.com/X5YhHYq5ZL
— AIJAC (@AIJAC_Update) February 12, 2024
La rabbia di Hamas
I terroristi di Hamas ha affermato che l’attacco israeliano è una continuazione della guerra "genocida" e dei tentativi di sfollamento forzato. Hamas ha puntato il dito contro il presidente Joe Biden sottolineando che ha la piena responsabilità di questo massacro nei confronti del governo occupante. La Lega araba, l’Organizzazione per la cooperazione islamica e il Consiglio di sicurezza hanno chiesto un’azione urgente per fermare l’operazione su Rafah.
Lo sfogo di Borrell (Ue)
Il capo della diplomazia Ue, Josep Borrell, nel rispondere a una domanda della stampa sulla situazione nella Striscia di Gaza ha detto: "L'Ue non sta fornendo armi a Israele, altri lo stanno facendo. Se si pensa che il numero di vittime sia troppo alto, forse si può fare qualcosa per ridurlo". Ed ha aggiunto: "In tanti, anche il presidente americano Biden ieri ha detto che l'azione non è più proporzionale, che il numero dei civili uccisi sia insostenibile, ammonendo Israele a non proseguire su questa strada. Ma la mia domanda è: a parte le parole, cosa si può fare?".
Giallo sulle esplosioni ad Aleppo
L'emittente Al Arabiya rende noto che c'è stato un attacco aereo all'aeroporto di Aleppo in Siria. Da settimane nel Paese si registrano diversi attacchi attribuiti alle forze israeliane che prendono di mira i miliziani dei gruppi legati all'Iran e i pasdaran del Corpo delle Guardie della rivoluzione islamica.
L'Osservatorio nazionale per i diritti umani in Siria ha smentito che ci sia stato un attacco israeliano contro l'aeroporto di Aleppo. "Si è trattata di una esplosione causata da ordigni di guerra", fa sapere l'Osservatorio, riferendosi alla guerra civile in corso dal 2011.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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