La Casa Bianca gioca la carta Obama: cosa può fare l'ex presidente

Per impedire un secondo mandato a Donald Trump, Obama giocherà un ruolo sempre più attivo per riconquistare i democratici delusi dal'amministrazione Biden

Biden e Obama durante la convention dem del 2008
Biden e Obama durante la convention dem del 2008
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Se alla Casa Bianca non è allarme rosso poco ci manca. La possibilità che il prossimo novembre The Donald lasci Mar-a-Lago per fare ritorno a Washington non è mai stata così concreta. Il candidato repubblicano, soprannominato Teflon Trump per la sua capacità di uscire indenne da scandali e guai giudiziari, sembra viaggiare spedito verso uno degli scontri elettorali più accesi e imprevedibili della storia americana. Non c’è democratico più consapevole della posta in gioco di Barack Obama. Proprio otto anni fa l’ex presidente fa ha assistito impotente alla sconfitta del suo partito per mano del tycoon e adesso intende evitare che nel 2024 la stessa cosa accada al suo ex vice.

Sono mesi, infatti, che Obama scuote il team di Joe Biden invitandolo ad aumentare gli sforzi per contrastare il miliardario. Jeffrey D. Zients, il capo di gabinetto dell’attuale inquilino della Casa Bianca, è tra i membri dell’amministrazione dem che riceve più spesso chiamate dall’ex boss del vecchio Joe. Un segnale della preoccupazione crescente per l’andamento della campagna elettorale. Comunque, come scrive il New York Times, forse in questa fase e per la prima volta Potus e l’ex commander in chiefsono sulla stessa pagina”.

Un segnale in tal senso arriva dalla raccolta fondi che si svolgerà oggi a New York a cui, oltre a Biden, parteciperanno Bill Clinton e lo stesso Obama, decisi a riaccendere l’entusiasmo per il candidato democratico. La settimana scorsa poi Barack ha preso parte ad una cerimonia al 1600 di Pennsylvania Avenue in occasione del 14esimo anniversario dell’Affordable Care Act, la riforma sanitaria conosciuta anche come Obamacare, dichiarando che “abbiamo la possibilità di fare anche di più” ma, avverte, solo in caso di una riconferma di Joe e della sua vice Kamala Harris.

Nessuno meglio di Obama può parlare ai democratici disillusi”, afferma uno stratega elettorale alla Cnn pur riconoscendo che sarà Biden a chiudere la partita. Eppure, l'indiscutibile popolarità dell’ex presidente sarà preziosa. Grazie ad essa sarebbero già stati raccolti più di 15 milioni di dollari e nei prossimi mesi verrà adoperata per riportare all’ovile gli elettori più scontenti. Comizi negli Stati chiave dove la vittoria si potrebbe decidere per un pugno di voti. Visite nei college che hanno registrato le proteste più accese per il sostegno Usa ad Israele nella guerra nella Striscia di Gaza. Questi sono solo alcuni degli appuntamenti previsti, la gran parte durante l’autunno, nel corso dei quali troverà ampio spazio il richiamo alla difesa del diritto all’aborto.

A giudicarlo dagli ultimi eventi, il rapporto tra Joe e Barack sembrerebbe privo di divergenze e contrasti. Non sempre però è stato così. L’uomo dalla tempra irlandese e quello dai nervi saldi non potrebbero infatti essere più diversi. Durante la presidenza Obama, Biden era contrario all’aumento delle truppe in Afghanistan e mise in difficolta il suo capo anticipando l’appoggio al matrimonio tra persone dello stesso sesso. La scelta da parte del primo presidente afroamericano della storia Usa di supportare la candidatura di Hillary Clinton nel 2016 ferì il suo vice.

Fu la tragica morte del figlio di Biden a saldare il legame tra i due. “Siamo e saremo sempre qui per te” disse Barack a Joe all'epoca. Una promessa attorno alla quale il 5 novembre si giocherà dunque il destino degli Stati Uniti.

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