"Online i dati di chi possiede una Tesla": così negli Usa è caccia a chi guida le auto di Musk

Aumentano le azioni vandaliche contro le auto elettriche dell'azienda amministrata dall'imprenditore sudafricano. La Casa Bianca promette indagini federali

"Online i dati di chi possiede una Tesla": così negli Usa è caccia a chi guida le auto di Musk
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Tempi duri per i possessori di Tesla negli Stati Uniti (e non solo). Stando a quanto riferisce Nbc News, i dati personali di diversi proprietari di macchine prodotte dall’azienda amministrata da Elon Musk sono stati pubblicati, contro la loro volontà e con finalità chiaramente intimidatorie, su un sito internet chiamato Dogequest. Un nome che fa riferimento al dipartimento dell’Efficienza governativa (Doge) guidato dall'imprenditore sudafricano che, da braccio destro del presidente Trump, sta conducendo una campagna di impopolari tagli draconiani tra i dipendenti federali statunitensi.

Il sito in questione contiene una mappa con i dati di possessori di autovetture e di concessionari Tesla, nonché di membri dell’amministrazione repubblicana, e incoraggia individui contrari a Musk a compiere atti vandalici. Il portale suggerisce di agire anche usando una bomboletta spray per “scatenare la tua vena artistica” e altre “espressioni creative di protesta”. Il cursore sulla versione desktop della cartina è l’immagine, piuttosto esplicativa, di una molotov.

L’emittente televisiva ha ottenuto la conferma da parte di almeno sei proprietari di Tesla o di loro rappresentanti che i dati personali pubblicati su Dogequest sono accurati. Altri possessori delle autovetture hanno fatto sapere che in alcuni casi i numeri di telefono o gli indirizzi non sono aggiornati. ”Penso che ci siano modi molto più efficaci per protestare che attaccare la proprietà dei singoli individui”, ha dichiarato un proprietario di una Tesla di San Diego.

Il sito internet, i cui creatori non sono stati ancora rintracciati, spinge inoltre a vendere i veicoli dell’azienda di Musk sostenendo che le informazioni personali dei proprietari saranno rimosse se verranno fornite prove della vendita. Tesla ha consigliato ai suoi clienti di attivare la “modalità sentinella” che permette di vedere e registrare video in diretta dalle telecamere delle macchine. Musk ha scritto su X che “incoraggiare la distruzione di Tesla in tutto il Paese è terrorismo domestico estremo!”. Gli ha fatto ecco il capo del dipartimento di Giustizia Usa Pam Bondi che ha promesso l'avvio di indagini federali.

Negli Stati Uniti si moltiplicano intanto gli atti vandalici contro le vetture legate all’imprenditore sudafricano. Martedì scorso un uomo armato ha attaccato un centro Tesla a Las Vegas sparando diversi colpi di pistola e dando fuoco a diverse macchine. Varie forme di vandalismo si sono inoltre registrate a Boston, a San Diego, in Oregon e nel Colorado. Passando a forme di protesta decisamente più pacifiche, molti americani liberal stanno invece vendendo i modelli elettrici dell’azienda di Musk o segnalando con un adesivo il proprio dissenso nei confronti di Mister Doge.

Dal canto suo l’amministrazione repubblicana fa sempre più quadrato attorno all’imprenditore sudafricano. Il presidente Trump ha di recente organizzato un vero e proprio showroom alla Casa Bianca annunciando l’acquisto di una Tesla per sostenere l’azienda del suo più importante alleato e ha minacciato pesanti ritorsioni contro i vandali.

Inoltre, poche ore fa il segretario al Commercio Howard Lutnick ha esortato gli americani ad acquistare azioni della società automobilistica di Elon Musk. Tutte iniziative che, a giudicare dall'andamento in borsa dei titoli di Tesla, non hanno sortito l'effetto desiderato.

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