Un sentimento di inquietudine sembra serpeggiare in Russia alla vigilia del voto per le elezioni presidenziali. Non è dallo spoglio delle schede che ci si attende sorprese. La riconferma del presidente Vladimir Putin non è infatti in discussione. A preoccupare è invece la ridda di eventi che stanno funestando il Paese negli ultimi tempi. Centrali elettriche fuori servizio, residenti lasciati al freddo, proteste sociali, misteriosi malfunzionamenti della rete internet e impianti industriali presi di mira dai droni ucraini. In queste settimane ci si chiede insomma se il Cremlino abbia davvero il controllo della situazione.
Tutto è cominciato con l’arrivo del freddo in Russia che ha reso evidenti le fragilità delle infrastrutture della Federazione causando la rottura di numerose tubature e costringendo le compagnie elettriche a tagliare il riscaldamento a centinaia di edifici. All’inizio di gennaio sono rimasti al gelo 350mila abitanti di Podolsk e Klimovsk nei pressi di Mosca. Se nelle città più grandi il riscaldamento è gestito dalle grandi aziende, nelle località più piccole esso è invece assegnato ai comuni i quali non non dispongono però di risorse adeguate. Per questo motivo sui social media si sono susseguiti messaggi di proteste da parte della popolazione nei quali si richiedevano le dimissioni dei funzionari locali.
I problemi alle infrastrutture sono poi acuiti dalla penuria di fondi destinati in gran parte alla guerra contro l’Ucraina. Ed è proprio su questo fronte che si segnalano una serie di eventi più o meno inspiegabili. Nella serata di martedì in Russia si è verificata un’interruzione di internet che è stata già definita come il più grave blackout della storia recente. Per ore utenti nel Paese e dall’estero sono stati impossibilitati ad accedere a siti con dominio “.ru” tra i quali Yandez, Sberbank e Vkontakte (il Facebook russo). Il ministero per lo Sviluppo digitale ha affermato che il guasto è stato causato da problemi tecnici con il Domain Name System (Dns) senza fornire ulteriori dettagli. In effetti il governo ha annunciato da tempo di voler trasferire tutti gli utenti sul server Dns nazionale e questo potrebbe spiegare l’importante disservizio ma non tutti appaiono convinti dalle dichiarazioni ufficiali.
Non è chiaro se gli incidenti siano collegati ma il sito di informazione Rbc ha riportato inoltre che internet è stato “spento” in alcune regioni del Paese a partire dal 25 gennaio per motivi di sicurezza legati a visite di ufficiali di alto profilo facendo notare che in quel periodo si è svolto a San Pietroburgo un incontro tra Putin e il presidente bielorusso Alexander Lukashenko.
Secondo alcune versioni Mosca starebbe quindi facendo ricorso all’interruzione della rete internet per ridurre la minaccia di attacchi da parte di Kiev e in particolare per proteggere la Russia “dai droni nemici”.
Dopo aver annunciato di voler incrementare gli attacchi contro gli aggressori sul loro stesso territorio, il 18 gennaio l'Ucraina ha colpito con velivoli senza pilota un impianto petrolifero proprio a San Pietroburgo, la regione del presidente, e qualche giorno dopo altri droni hanno colpito una raffineria a Tuapse, nel sud della Federazione. A questo punto ci si attende che Volodymyr Zelensky, considerato l'impatto di questa tipologia di iniziative militari, insista con questa strategia.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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