"Sanremo, la guerra, gli hater: vi svelo tutti i segreti di Zelensky"

Intervista a Iuliia Mendel, portavoce del presidente ucraino dal 2019 al 2021. "Zelensky non si arrende mai, gli ucraini lo rispettano"

"Sanremo, la guerra, gli hater: vi svelo tutti i segreti di Zelensky"

Iuliia Mendel è una giornalista ucraina. Classe 1986, rappresenta la nuova generazione di ucraini che ha rottamato la vecchia classe dirigente con l’arrivo di Volodymyr Zelensky sulla scena politica ucraina. È stata la portavoce del presidente ucraino dal 2019 al 2021, rimanendo come collaboratrice freelance per le relazioni con la stampa estera. Originaria di Kherson, attualmente vive a Kiev e sta lavorando a un documentario sulla guerra. Ha raccontato il suo periodo insieme a Zelensky nel libro The Fight for Our Lives.

Dottoressa Mendel, lei ha seguito Volodymyr Zelensky fino allo scoppio della guerra. Come si è evoluta la comunicazione del presidente ucraino in questi anni?

Nel 2019, Zelensky aveva appena esordito in politica. Quando entrai in ufficio la prima volta trovai molti uomini potenti che volevano influenzarlo, affiancandolo durante la campagna elettorale. Queste persone insistevano sul fatto che il Presidente non dovesse parlare con la stampa, evitando di raccontare loro ciò che stava accadendo. All’inizio mi è stato vietato di rispondere alle richieste dei media e non ho potuto organizzare alcuna intervista con il Presidente. Sono felice che mi abbia ascoltato e che abbia scelto la via dei leader democratici. Col tempo abbiamo iniziato a rilasciare sempre più interviste e lui si è abituato, capendo che era qualcosa che doveva fare e che gli sarebbe piaciuto nella sua vita.

Il popolo ucraino lo sente più vicino ora che c’è la guerra?

Gli ucraini sono molto grati per la sua missione storica, perché ha unito tutto il mondo civilizzato per aiutarci. Sta facendo qualcosa che nessuno vorrebbe mai fare nella vita. Stava combattendo la corruzione, stava combattendo il coronavirus, ora sta combattendo Putin. So che a Zelensky non piace molto chiedere l'elemosina e lo sta facendo in maniera alquanto nobile, ma sta chiedendo al mondo di salvare la sua nazione. Si sta comportando da leader ed è per questo che è rispettato in Ucraina.

In Italia, la presenza di Zelensky al Festival di Sanremo ha scatenato una ridda di polemiche. Non crede che questa sovraesposizione mediatica possa diventare controproducente?

Siamo molto grati a tutti gli europei che si sono schierati a favore dell'Ucraina. Non chiediamo senza dare. Capiamo che vi costa qualcosa, ma costa anche a noi. Non dovete rinunciare a qualcosa, state solo difendendo dei valori. In Italia ci sono stati diversi scandali che hanno turbato parecchi ucraini. Penso al teatro che vendeva i biglietti per lo spettacolo di Sergey Polunin, ballerino con il volto di Putin tatuato sul petto. Come è stato possibile? È della mia stessa città e avevamo anche lo stesso insegnante di danza. Ci sono stati molti fraintendimenti tra italiani e ucraini e credo che questo sia dovuto alla distanza geografica: non erano tantissimi gli italiani che venivano in Ucraina prima della guerra. Non credo che Zelensky abbia bisogno di essere amato, ma sicuramente ha qualcosa per cui essere rispettato. Che vi piaccia o meno, il nostro leader un giorno potremo cambiarlo perché siamo una democrazia.

Iuliia Mendel e Zelensky

Zelensky ha tanti hater.

Più si parla, più persone si raggiungono: è l’Abc della comunicazione e non è una cosa facile da fare, a essere sinceri. È necessario essere sempre concentrati, intelligenti, empatici, serve una grande energia e Zelensky ce l'ha. Non posso parlare per quelli che lo odiano. Ci sono 144 milioni di russi e la maggior parte di loro ci odia. Il fatto è che l'odio non porta da nessuna parte. Stiamo parlando di una minaccia esistenziale. Immaginate se l'Ucraina, un Paese di 40 milioni di persone, venisse completamente distrutta in questo momento. La Polonia, la Moldavia, gli Stati baltici e tutti i Paesi confinanti con la Russia: vi piacerebbe se questo avvenisse a loro? È ciò che Putin voleva. Non siamo colpevoli per aver combattuto qui e non siamo colpevoli per aver detto la verità.

Cosa dobbiamo al suo lavoro da portavoce se oggi Zelensky è diventato così famoso?

Nessun altro presidente ucraino è apparso sulla cover del New Yorker. Quando era percepito solo come un comico, ho fatto sì che apparisse sulla copertina di Time e sul Guardian. Nel settembre 2019, prima dell'incontro con Putin, ha rilasciato la sua prima intervista ai media stranieri. Sono stata io a insegnargli come fare un'intervista e sono molto fiera di questo.

Che differenze ha notato con Putin?

Ho visto Putin nella vita reale al tavolo dei negoziati (Formato Normandia, ndr) ed è un negoziatore scarsissimo. Si sentiva a disagio perché negli ultimi 20 anni non ha mai negoziato nulla. È abituato a dare ordini che qualcuno esegue senza farsi troppe domande. Quando ha incontrato Zelensky non è riuscito nemmeno a contraddirlo, ha abbassato gli occhi, restando seduto a disagio sulla sedia, chiedendo continuamente informazioni ai suoi consiglieri. Si è mostrato come una persona molto debole. Non è forte, è un dittatore.

E Zelensky che tipo è?

Lavora spesso da solo e per questo è esigente. Non è un gran dormiglione. Gli piace andare a letto tardi e svegliarsi presto. Quando si sveglia fa jogging o va in palestra e fa un primo giro di telefonate. Beve molti caffè ogni giorno perché è un gran lavoratore. Mi è capitato più volte di essere svegliata dalle sue telefonate. Non si arrende mai. Ha il guizzo di dire "questo non ha funzionato, quindi proviamo qualcosa di nuovo".

Zelensky è ancora un populista?

Il populismo ha spesso connotazioni negative, ma non è sempre una brutta cosa.

Ogni politico è in qualche misura un populista, ma ci sono populisti che rovinano la vita delle persone e populisti che usano il loro talento per arrivare al cuore e alla mente delle persone. Penso che Zelensky si sia guadagnato il cuore e la mente delle persone.

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