Sforbiciate mirate: spese, regolamenti e agenzie federali

Il programma del dipartimento e i principi della Reaganomics

Sforbiciate mirate: spese, regolamenti e agenzie federali
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Nell’epoca dei social in cui politica e comunicazione si intersecano anche grazie all’uso dell’intelligenza artificiale, la parola Doge (sigla di Departemnt of Government Efficiency) è già entrata nell’immaginario collettivo americano. Dopo l’annuncio di Donald Trump di voler affidare a Elon Musk il nuovo dipartimento per «smantellare la burocrazia governativa, tagliare i regolamenti in eccesso, le spese inutili e ristrutturare le agenzie federali», su X sono iniziate a circolare numerose immagini prodotte con l’intelligenza artificiale prontamente rilanciare da Musk. Si va da un cagnolino che poggia la zampa sulla scritta Doge con una bandiera americana al suo fianco a un’immagine di Musk con gli occhiali da sole che sovrasta un’insegna con la sigla del dipartimento. Ciò che potrebbe sembrare una semplice trovata social fa in realtà parte della strategia di Musk in cui comunicazione, impresa e politica si mescolano ed è quanto avverrà anche nell’attività del dipartimento curato insieme a Vivek Ramaswamy.

Eppure oltre agli slogan è necessario interrogarsi sulla genesi e soprattutto gli obiettivi del Doge. Nell’annunciare il dipartimento Trump lo ha definito un nuovo progetto Manhattan» paragonandolo al progetto segreto con cui si realizzarono le prime armi nucleari durante la seconda guerra mondiale ma il riferimento non possono che essere le politiche economiche di Ronald Reagan.

La cosiddetta Reaganomics si basava sulla necessità di limitare l’influenza dello Stato nella sfera economica aumentando il ruolo del libero mercato. I quattro pilastri della sua azione economica furono riduzione della spesa pubblica, dell’imposta federale sul reddito e sulle plusvalenze, della regolamentazione del governo e rafforzamento dell’offerta monetaria per contrastare l’inflazione. Una visione analoga a quella di Margaret Thatcher con il suo thatcherismo che ricorda l’idea del Doge. Il nome del nuovo dipartimento non è causale ma si rifà alla criptovaluta Dogecoin resa nota proprio da Musk il cui valore è cresciuto del 20% dopo la sua nomina scatenando polemiche sui suoi possibili conflitti d’interesse (anche legati al ruolo di Starlink). Trump ha però promesso trasparenza garantendo che tutte le attività saranno rese pubbliche online.

Il Doge opererà come ente esterno collaborando direttamente con la Casa Bianca e l’Office of Management & Budget unendo tradizionali azioni di taglio della spesa a idee innovative tipiche di Musk. Il patron di X vuole infatti creare una «classifica delle spese più folli» per mettere in luce i peggiori sprechi delle finanze pubbliche. Non essendo il Doge formalmente parte dell’apparato federale, Musk non sarà tenuto agli obblighi di trasparenza e indipendenza richiesti ai funzionari pubblici, in parole povere niente obbligo di dichiarazione dei beni né conflitti di interesse dichiarati.

C’è infine un tema che riguarda l’evoluzione delle destre occidentali.

Se da un lato infatti c’è la volontà di uno stato forte nei settori strategici, dalla difesa all’energia alla politica estera, dall’altro la tendenza è quella di diminuire sempre più la presenza dello stato nell’attività degli imprenditori. Un approccio a cui dovremmo guardare con attenzione in un’Europa bloccata da iper regolamentazione, dirigismo e burocrazia.

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