Il sospetto che Elon Musk fosse alla ricerca della svolta politica c'era. Che Donald Trump potesse concedergli una chance, anche. Del resto i due ne avevano chiacchierato amorevolmente nell'attesissima intervista andata in onda su X ex-Twitter qualche notte fa.
Adesso, nero su bianco, la "proposta" è quasi ufficiale: Trump è pronto a offrire al patron di Tesla un ruolo di consigliere o di membro del suo gabinetto in caso di vittoria. Lo ha annunciato lo stesso candidato del Gop in una intervista a Reuters. Alla domanda se prenderebbe in considerazione la possibilità di nominare Musk per un ruolo consultivo o altro, Trump ha detto che Musk "è un ragazzo molto intelligente. Lo farei sicuramente. E' un ragazzo brillante".
Musk non ha tardato a rispondergli, qualche ora dopo, ovviamente su X: "Sono disposto a servire", ha scritto il numero uno di Tesla sul suo social, postando una sua foto in giacca e cravatta, mentre finge di intervenire da un ipotetico palco. Alle sue spalle, l'immancabile bandiera americana e l'acronimo DOGE, ovvero "Dipartimento dell'efficienza governativa".
I am willing to serve pic.twitter.com/BJhGbcA2e0
— Elon Musk (@elonmusk) August 20, 2024
Nell'intervista del 13 agosto scorso, Musk si era offerto di svolgere un ruolo nell'amministrazione Trump, soprattutto in materia di contenimento della spesa pubblica, qualora l'ex presidente venisse rieletto. "Penso che sarebbe fantastico avere una commissione per l'efficienza del governo che esamini queste cose e si assicuri che i soldi dei contribuenti, i soldi guadagnati duramente dai contribuenti, vengano spesi bene", aveva affermato spavaldo Musk, dichiarandosi felice di dare una mano in una commissione del genere.
Trump aveva colto la palla al balzo, confessando il suo interesse per un'opzione simile, definendo il miliardario un “grande tagliatore”, riferendosi alle misure di riduzione dei costi che ha adottato nelle sue aziende. A maggio era stato il Wall Street Journal a riferire la notizia secondo cui Musk e Trump avevano discusso di un possibile ruolo del magnate tecnologico nell'amministrazione Trump, anche se Musk all'epoca aveva respinto la notizia.
In queste ore, nel pieno della convention democratica in svolgimento, Trump - secondo gli analisti - continua a tenere testa alla sfida lanciata da Kamala Harris. "Se si votasse oggi non so chi potrebbe vincere e penso che potrebbe essere il presidente Trump, perché è una lotta di voti elettorali". Così David Axelrod, ex stratega di Barack Obama, mette in guardia i democratici dai facili entusiasmi e l'eccessiva euforia per i sondaggi nazionali che danno a Harris un leggero vantaggio su Trump. Axelorod ricorda come appena un mese fa Trump era solidamente in vantaggio su Biden sia a livello nazionale che negli Stati chiave.
Ora in quattro settimane "le cose sono cambiate drasticamente" con l'entrata in scena di Harris, ma è ancora troppo presto per considerare la democratica vincente, "perché è ancora una corsa molto competitiva", conclude lo stratega dem, ribadendo che non si vince la Casa Bianca con i voti a livello nazionale ma con i voti elettorali degli Stati chiave.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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