Dall'assemblea dell'Onu, Giorgia Meloni ha bacchettato Israele per gli attacchi nella Striscia di Gaza e in Libano, sottolineando che, oggi, "l'imperativo è raggiungere, senza ulteriori ritardi, un cessate il fuoco a Gaza e l'immediato rilascio degli ostaggi israeliani". Dal Palazzo di Vetro, il presidente del Consiglio italiano, ha ribadito "il diritto dello Stato di Israele di difendersi da attacchi esterni, come quello orribile del 7 ottobre scorso" ma, al tempo stesso, è il monito di Meloni, "chiediamo ad Israele di rispettare il diritto internazionale, tutelando la popolazione civile, anch'essa vittima in gran parte di Hamas e delle sue scelte distruttive".
L'organizzazione terroristica è considerata a livello internazionale la principale responsabile dell'escalation in Medioriente, cominciata quasi un anno fa, con l'operazione Diluvio Al-Aqsa, che ha causato in poche ore oltre 1000 morti tra gli israeliani. Un attacco terroristico in piena regola che ha scatenato la reazione di Israele, ancora in corso, con l'obiettivo di annientare i vertici di Hamas e facilitare la formazione di una nuova leadership in Palestina. Proprio come Israele ha diritto di difendersi, ci ha tenuto a sottolineare il premier, "sosteniamo, ovviamente, anche il diritto del popolo palestinese ad avere un proprio Stato". Un obiettivo che può essere perseguito e raggiunto solo se si modifica l'assetto politico del Medioriente, con il necessario ingresso di "una leadership ispirata al dialogo, alla stabilizzazione del Medio Oriente e all'autonomia".
Nel suo intervento, Meloni ha citato gli "accordi di Abramo", che nel tempo "hanno dimostrato la possibilità di convivere e cooperare vantaggiosamente sulla base del mutuo riconoscimento. Se questa è la prospettiva sulla quale tutti dobbiamo lavorare, e lo è, oggi l'imperativo è raggiungere, senza ulteriori ritardi, un cessate il fuoco a Gaza e l'immediato rilascio degli ostaggi israeliani". Questa è la strada che la comunità internazionale si deve impegnare a perseguire, sulla quale deve tenacemente portare sia Israele che l'organismo moderato della Palestina e del Medioriente, perché "non possiamo più assistere a tragedie come quelle di questi giorni nel Sud e nell'Est del Libano, con il coinvolgimento di civili inermi, tra cui numerosi bambini".
Nel frattempo continua lo scambio di missili tra Israele e Libano, in quella che a tutti gli è effetti è una nuova escalation, che rischia, per effetto domino, di coinvolgere anche Siria e Iraq nel conflitto, trasformando l'intero Medioriente in una polveriera di impossibile gestione.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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