Musk, il "Doge" e la Cina. Cosa significa per noi il nuovo ministero di Trump

Il patron di Tesla guiderà un dipartimento per tagliare sprechi e burocrazia e accelerare la crescita. Serve un cambio di passo anche per l'iperburocratica Europa, schiacciata tra gli Stati Uniti e una Cina sempre più forte

Musk, il "Doge" e la Cina. Cosa significa per noi il nuovo ministero di Trump
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In Argentina hanno già rinominato la sigla Maga con “Make Argentina Great Again” e la vittoria di Donald Trump ha scatenato l’entusiasmo dei seguaci di Javier Milei. In effetti, leggendo l’ultimo comunicato di Trump in cui annuncia che “il grande Elon Musk, in collaborazione con il patriota americano Vivek Ramaswamy, guiderà il Dipartimento per l'Efficienza del Governo ("DOGE")” sembra sentire parlare Javier Milei e vedere la sua motosega.

L’obiettivo del nuovo dipartimento è “smantellare la burocrazia governativa, tagliare i regolamenti in eccesso, le spese inutili e ristrutturare le agenzie federali” e Musk ha affermato che "questo manderà onde d'urto attraverso il sistema e chiunque sia coinvolto negli sprechi del Governo, cioè molte persone!".

L’annuncio di Trump si inserisce in un processo di mutamento del dna della destra in Occidente che da un lato promuove uno stato forte nella difesa, nell’energia, nella politica estera e nei settori strategici ma dall’altro vuole uno stato debole quando si parla di imprese e imprenditori favorendo il taglio della burocrazia, delle inefficienze, di tutte le lentezze che bloccano o rallentano la crescita.

Il nuovo dipartimento annunciato da Trump è l’occasione anche per l'Europa (e l’Italia) di riflettere sulle proprie politiche. Mentre gli Stati Uniti annunciano la volontà di un forte taglio della burocrazia in una nazione federale in cui già oggi ci sono stati come la Florida, il Texas, l’Arizona che hanno realizzato politiche contro un eccessivo intervento pubblico attirando investimenti, l’Unione europea fa l’opposto. Tra direttive, regolamenti, leggi, l’Ue ha un approccio iper regolatorio, burocratico, lento e dirigista che è stato esasperato negli ultimi anni dalle politiche green. Non c’è perciò da stupirsi se la Germania è in recessione e se le altre economie europee crescono dello zero virgola.

O l’Europa si rende conto che occorre un radicale cambio di passo o, con l’arrivo di Donald Trump alla Casa Bianca e una Cina sempre più aggressiva, la situazione per l’economia europea potrebbe peggiorare ancor di più. Inutile però prendersela con Trump o gli americani, la colpa è solo nostra e delle politiche industriali ed energetiche suicide degli ultimi anni.

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