Dalle parti dell'VIII arrondisement parigino si alzano i toni, al VII invece si cerca di gettare acqua sul fuoco. Si può sintetizzare così la diatriba sui migranti tra Francia e Italia, almeno a giudicare dalle ultime novità. Nell'VIII arrondisement ha infatti sede il ministero dell'Interno francese, quello da cui nei giorni scorsi il titolare, Gerald Darmanin, ha lanciato gravi accuse al governo italiano. Senza mancare di definire "incapace" il nostro presidente del consiglio Giorgia Meloni. Nelle ultime ore invece, dagli uffici del ministero degli Esteri situati al VII arrondisement, il ministro Catherine Colonna ha lanciato toni più concilianti.
Le parole del ministro Catherine Colonna
Il titolare del ministero degli Esteri francese in settimana sarà a Roma. Giovedì è attesa nella nostra capitale e, a giudicare dalle ultime interviste rilasciate, è ben consapevole del difficile compito che le spetta. Se da un lato è vero che in occasione dell'ultimo G7 a Horishima il presidente francese, Emmanuel Macron, si è visto con Giorgia Meloni e ha scambiato con lei parole di intesa, dall'altro però la visita di Colonna in Italia è la prima dopo l'affondo di Darmanin.
Il ministro degli Esteri francese non ne ha fatto mistero. Intervistata nelle scorse ore su Telematin, ha ammesso che tra Roma e Parigi al momento non mancano tensioni. Anche per via dell'uscita del suo ministro dell'Interno. Ma, al tempo stesso, Colonna ha smentito ogni crisi tra i due governi. "Ci sono stati momenti di tensione - ha dichiarato - ma escludo che esista una crisi tra Italia e Francia".
Niente fratture quindi. Anzi, è lo stesso titolare degli Esteri a riconoscere la delicatezza della situazione italiana. "L'Italia sta affrontando una forte pressione migratoria che passa soprattutto dal Mediterraneo - ha dichiarato - posso solo assicurare che la Francia vuole avere una migliore cooperazione con l'Italia". Un problema comune quindi, a cui occorre rispondere con manovre comuni: è questo il senso delle sue parole. Acqua sul fuoco delle polemiche e strada spianata per un bilaterale molto atteso: l'obiettivo di Colonna sembra quello di evitare ulteriori polemiche.
Il perché dell'ambiguità francese
Darmanin e Colonna guidano due ministeri diversi e, dai rispettivi scranni, fanno evidentemente due lavori diversi. Il primo è chiamato a intervenire in modo energico sulle questioni interne. Le sue dichiarazioni contro Giorgia Meloni sono state attuate anche, se non soprattutto, per valutazioni di politica interna: Darmanin, preoccupato per non riuscire a dare risposte concrete sull'immigrazione, ha attaccato il capo di un governo ritenuto ideologicamente vicino alla leader dell'opposizione, Marine Le Pen. Accusare di incopetenza Giorgia Meloni serviva forse allo stesso Macron per porre l'attenzione altrove e, allo stesso tempo, puntare il dito contro la stessa Le Pen.
Colonna invece, da ministro degli Esteri, non può fare altro che provare a spegnere i fuochi accesi dai colleghi e dal presidente. Si spiega così la netta virata conciliante con l'Italia nelle sue dichiarazioni.
Spenta la tensione, è però impossibile spegnere le preoccupazioni: il rischio in futuro è che, dall'Eliseo prima ancora che dai ministeri francesi, alla prima occasione si tornerà nuovamente ad attaccare il governo di Roma.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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