Da un lato il massimo sostegno a Israele e la condanna, ripetuta e ribadita, dell’attacco sferrato da Hamas contro lo Stato ebraico lo scorso 7 ottobre. Dall’altro un elogio alla prudenza, per far sì che l’offensiva militare delle Forze di difesa israeliane (Idf) nella Striscia di Gaza non colpisca anche la popolazione civile palestinese. Antonio Tajani ha parlato della crisi in Medio Oriente commentando le ultime vicende di un conflitto che va avanti ormai da oltre tre mesi. A detta del ministro degli Esteri italiano è giusto "spingere Israele verso la prudenza" perché c'è stata una "reazione sproporzionata" per quanto riguarda la popolazione civile a Gaza. Allo stesso tempo, e tra gli altri punti toccati, Tajani ha sottolineato che usare il termine genocidio è sbagliato rispetto alle azioni di Israele.
Le parole di Tajani
Intervistato da PingPong, programma in onda su Radio1Rai, Tajani è stato chiarissimo nel suo ragionamento. "Ci sono troppe vittime che non hanno a che fare con Hamas", ha spiegato, specificando che non tutti i palestinesi coincidono con Hamas o hanno a che fare con questo movimento. Da qui sono dunque arrivati gli inviti ad Israele "ad evitare rappresaglie che colpissero in maniera così violenta la popolazione civile palestinese che non è Hamas". "Bisogna puntare alla liberazione degli ostaggi in mano ai terroristi ma, allo stesso tempo, bisogna far sì che cessi questa violenza degli attacchi israeliani che sta provocando troppi morti civili", ha proseguito Tajani.
Per quanto riguarda la polemica di Sanremo che ha provocato la reazione dell'ambasciatore israeliano, il ministro ha affermato che è stato riportato l'equilibrio grazie all'intervento dell'amministratore delegato della Rai Sergio letto da Mara Venier. "Non credo ci sia un genocidio. Anche se Israele sbaglia perché ci sono troppe vittime civili. Abbiamo sempre invitato Israele a evitare rappresaglie che colpiscano in modo così pesante la popolazione palestinese che non è Hamas", ha poi commentato Tajani dopo l'intervento di Ghali al Festival, aggiungendo che la parola genocidio è sbagliata anche dal punto di vista giuridico rispetto alle azioni di Israele.
La crisi tra Israele e Hamas
Tajani si è quindi espresso sulla decisione di Israele di vietare l’ingresso nel Paese a Francesca Albanese, relatrice speciale delle Nazioni Unite per le violazioni dei diritti umani commessi nei Territori palestinesi occupati. "Non condivido una parola di quello che dice Albanese. L'attacco di Hamas non è stato un attacco militare, ma una caccia all'ebreo, un'azione che ha avuto risvolti incomprensibili, disumani, la profanazione di cadaveri, cose mai viste in nessuna guerra", ha dichiarato il ministro italiano, spiegando di comprendere la decisione di Tel Aviv.
Lo stesso Tajani ha chiarito che quando è in corso un conflitto è fondamentale essere prudenti. "Se si vuole la pace bisogna sempre puntare alla verità", ha continuato l’esponente del governo italiano affermando che Hamas è una organizzazione criminale che ha colpito a freddo civili israeliani. "Non ha fatto un'azione contro una caserma dell'esercito israeliano, ma ha fatto la caccia all'ebreo. Detto questo noi fin dall'inizio abbiamo chiesto a Israele di avere una reazione proporzionata", ha spiegato riferendosi al gruppo filo palestinese.
Quello che è avvenuto durante gli attacchi di Hamas su Israele dello scorso 7 ottobre "è una cosa bestiale, che non ha nulla a che vedere con la guerra" e i militanti di Hamas "sono le nuove Ss, la nuova Gestapo, ma forse anche peggio", ha infine rincarato la dose Tajani. "Israele è stata vittima di un attacco bestiale. Quello di Hamas non è stato un attacco militare, ma una vera e propria carneficina.
Abbiamo visto nei video cose tremende", ha concluso Tajani, che ha poi ribadito che, allo stesso tempo, "gli Stati Uniti, come noi, chiedono a Israele, nella giusta difesa della propria sicurezza, di non colpire la popolazione palestinese provocando tante vittime".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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