Nella notte, Israele ha raggiunto uno dei suoi target primari uccidendo Ismail Haniyeh, leader di Hamas, mentre si trovava nella sua residenza in Iran. Un missile teleguidato ha fatto "strike" e per lui non c'è stata possibilità di sopravvivenza. I funerali saranno celebrati a Teheran alle 8 locali di domani ma il corpo di Haniyeh non resterà in Iran, verrà trasferito nel pomeriggio in Qatar, a Doha, dove verrà seppellito venerdì. Israele ha cercato di ucciderlo da quando Hamas ha condotto l'operazione "Diluvio di Al-Aqsa" lo scorso 7 ottobre contro Israele. Ha cercato il momento propizio e l'ha trovato durante una visita di Haniyeh in Iran. L'operazione di Israele ora rischia di portare a una ulteriore escalation in Medioriente, come stanno già minacciando i nemici dello Stato ebraico. Condanne all'attacco in Iran sono arrivate anche dalla Turchia e da Mosca, che fin dall'inizio si sono schierate con la Palestina e Hamas.
Ed è proprio l'organizzazione terroristica che guida Gaza a minacciare per prima Israele: "L'assassinio di Ismail Haniyeh non resterà impunito". Sono state queste le parole di un alto funzionario di Hamas, Moussa Abu Marzouk, che ha parlato di "atto codardo sionista", a cui ha fatto eco il presidente palestinese, Mahmoud Abbas, che ha condannato l'attacco definendolo un "atto codardo e uno sviluppo pericoloso". Abu Mazen ha poi invitato il popolo alla resistenza e quel che si teme sono attacchi terroristici su larga scala sull'impronta proprio di quanto visto il 7 ottobre. Una delle repliche più dure è quella della guida suprema dell'Iran, l'ayatollah Ali Khamenei: "È nostro dovere vendicare il suo sangue. Il regime criminale e terrorista sionista ha preparato per se stesso una dura punizione". Inaspettatamente, soprattutto per le tempistiche, è arrivata la condanna della Turchia, che tramite una fonte ministeriale ha condannato lo "spregevole assassinio" di Haniyeh. Secondo il ministero degli Esteri turco, "questa è un'ulteriore prova che il governo Netanyahu non lotta per la pace", in quanto "lo scopo di questo attacco è quello di espandere la guerra nella Striscia di Gaza all'intera regione".
Mohammed Ali al-Houthi, capo del Comitato rivoluzionario supremo dei ribelli Houthi dello Yemen, che hanno messo sotto scacco il Mar Rosso da ormai molti mesi, si è unito al coro contro Israele, parlando di "atroce crimine terroristico e una flagrante violazione delle leggi e dei valori ideali". Stesso tenore nelle dichiarazioni che arrivano dalla Russia di Vladimir Putin, da cui il vice ministro degli Esteri e inviato presidenziale per il Medio Oriente, Mikhail Bogdanov, ha dichiarato che quello di Haniyeh è un "omicidio politico assolutamente inaccettabile che porterà ad un'ulteriore escalation della tensione". L'omologo iraniano, Nasser Kanaani, ha evocativamente fatto sapere che il sangue del leader di Hamas "non sarà mai sprecato" e che il suo "martirio" in terra iraniana "rafforzerà il legame profondo e indissolubile tra Teheran, la Palestina e la resistenza". Una forte reazione è arrivata anche dal Jihad, che ha denunciato "il vergognoso assassinio" di Haniyeh, ribadendo la "coesione con i nostri fratelli del movimento di Hamas nel resistere all'entità usurpatrice".
Israele, intanto, esulta per l'obiettivo e Amichay Eliyahu, ministro israeliano per il Patrimonio, dai social ha dichiarato che la morte del leader di Hamas "rende il mondo un po' migliore" e che questo "è il modo giusto per ripulire il mondo da questa sporcizia. Basta con gli accordi di 'pace' immaginari, basta con la pietà per questi mortali". Eliyahu ha aggiunto che "la mano di ferro che li colpirà è quella che porterà pace e un pò di conforto e rafforzerà la nostra capacità di vivere in pace con coloro che desiderano la pace". Gli Stati Uniti, tramite il loro il segretario alla Difesa, Lloyd Austin, hanno dato piena disponibilità al proprio intervento a difesa di Israele in caso di attacco. "Non vogliamo che accada nulla del genere. Lavoreremo duramente per assicurarci di aiutare a far calare la tensione, e affrontare le questioni con mezzi diplomatici", ha poi sottolineato.
Il segretario di Stato americano, Antony Blinken, durante una conferenza stampa a Singapore, ha spiegato che "niente toglie importanza al raggiungimento di un cessate il fuoco che palesemente nell'interesse degli ostaggi e dei palestinesi che soffrono terribilmente ogni singolo giorno".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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