Joggl non c'è più. Se n'è andato in una mattina d'inverno tiepida, sciando come sapeva fare lui. Nessun azzardo, nessuna disattenzione, solo purtroppo l'appuntamento con quel destino che con Jacopo Compagnoni, 40 anni, ha voluto affrettare i passi.
Per tutti Jacopo era stato, prima, il bimbo ai piedi del podio e poi il ragazzino vispo che non si perdeva una gara della sorella, la Debbie nazionale. Mentre il fratello grande, Yuri, le faceva anche da manager, Jacopo ammirava tutto di Deborah, 11 anni più grande. Amava anche le feste per celebrarla, quando a fine stagione si radunavano tutti a Valfurva, sul ponte di legno sopra al torrente Frodolfo, a due passi dall'hotel di famiglia che per lui è sempre stato casa e che contribuiva a gestire. Se hai 18 anni e sei il fratellino più piccolo della più grande ed amata sciatrice azzurra di tutti i tempi, le medaglie e la gloria le senti un po' anche tue. Nel suo sguardo, così simile al papà Giorgio, c'era lo stesso amore per la neve. Una passione totale.
Invece che andare in discesa, come Deborah, Jacopo, dopo alcune gare giovanili, aveva scelto la salita, diventando guida alpina, oltre che, naturalmente, maestro di sci. Come papà, nonno, zio e parenti Compagnoni tutti: perché in Valfurva le montagne sono nel Dna. Anche così Jacopo era diventato Joggl, un soprannome onomatopeico della sua simpatia e del suo stile di vita. Vivace, ma misurato, entusiasta, ma pacato. Lo stile della gens Compagnoni. Ieri Joggl è andato a fare scialpinismo con un amico e non è più tornato. Sulle montagne, di casa, da quel Sobretta che ha guardato ogni mattina dalla sua Baita Fiorita si è staccata una valanga poco prima di mezzogiorno. Il pericolo era moderato: così recitava il bollettino. Il canale che dai 2850 metri della cima scende verso la conca di Malerbe, dove è stato ritrovato, richiede attenzione, ma Jacopo ce ne metteva sempre il doppio. Per lui non c'è stato nulla da fare: il suo amico, rimasto illeso e sotto choc, ha allertato subito l'elisoccorso. Il trasporto all'ospedale di Sondalo è stato, però, inutile.
In mattinata Compagnoni aveva postato un articolo per festeggiare le performance della squadra locale di scialpinismo, la passione che lo ha portato a diventare amico del campione e skialper di Valfurva Robert Antonioli, con cui spesso condivideva gite e salite. Pochi giorni prima, Compagnoni aveva incantato sui social, come sempre, con bellissime immagini dei monti sopra a Livigno. Il suo profilo, seguito e professionale, raccontava sempre di sicurezza ed attenzione. Una costante dei suoi post erano le gite con mamma Adele. Anche passati gli «anta», appena gli impegni in hotel lo permettevano, lei amava sciare e scalare col figlio: per la centesima salita al gran Zebrù la vetta più difficile della zona - Jacopo aveva proprio voluto la mamma al suo fianco.
Un'altra sua compagna di cordata era diventata, negli ultimi anni, proprio la sorella Deborah: tornata a trascorrere più lunghi periodi a casa, i figli ormai grandi, i ruoli si erano ribaltati e Jacopo era diventato il campione, il capo cordata. Grazie a lui, Debbie ha scalato il Cervino e tutte le cime più importanti della loro Valfurva. Compagnoni lascia due figli piccoli e il ricordo di un bimbo divenuto uomo e partito troppo presto. Ciao, Joggl.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.