Adesso il centrosinistra è in tilt ​Grasso: "Patetico attaccare me"

Il flop del centrosinistra in Sicilia apre una vera e propria guerra tra il Pd e Mdp. E nel mirino finisce il presidente del Senato

Adesso il centrosinistra è in tilt ​Grasso: "Patetico attaccare me"

Il flop del centrosinistra in Sicilia apre una vera e propria guerra tra il Pd e Mdp. Di fatto la sonora sconfitta del Rettore Fabrizio Micari ha scatenato le ire dei democratici che hanno puntato il dito contro la sinistra e soprattutto contro il presidente del Senato, Pietro Grasso, colpevole, secondo quanto affermato da Davide Faraone, capo dei renziani in Sicilia, di non aver accettato la candidatura per i dem. E alle accuse mosse da Faraone ha risposto proprio la seconda carica dello Stato con la sua portavoce: "Il presidente del Senato, Pietro Grasso, ha comunicato ufficialmente e con parole inequivocabili l’impossibilità, per motivi di carattere istituzionale, di candidarsi alla Regione Siciliana il 25 giugno scorso. Non si può certamente addebitare a Grasso il fatto che, al di là dell’ardita ipotesi di far dimettere la seconda carica dello Stato per competere all’elezione del Governatore della Sicilia, per lunghe settimane non si sia delineato alcun piano alternativo". Poi ha aggiunto: "Sullo stile e l’eleganza dei commenti di alcuni importanti esponenti del Partito Democratico in merito al coraggio del presidente Grasso non resta che confermare ancor di più le motivazioni per le quali il presidente si è dimesso dal gruppo del Pd: merito, metodi e contenuti dell’attuale classe dirigente del partito sono molto lontani da quelli dimostrati dal presidente in tutta la sua opera a servizio dello Stato e delle Istituzioni". Intanto a sinistra, Mdp, martella ancora Renzi: "Siamo dinanzi ad una sconfitta clamorosa del Pd e delle sue politiche nazionali e regionali. Senza un radicale cambiamento e senza una nuova consapevolezza degli errori fatti negli ultimi anni dal gruppo dirigente renziano ciò che è accaduto in
Sicilia e nel municipio di Ostia sarà destinato a ripetersi a livello nazionale". E ora il Pd si prepara alla resa dei conti. La direzione nazionale del Partito democratico "è convocata per lunedì 13 novembre. Si discuterà di elezioni politiche, sulla proposta di legge Pd sui vitalizi, sulla Commissione d'Inchiesta Banche e sulla Legge di Bilancio che si sta discutendo in questi giorni in Commissione Bilancio al Senato". Una direzione che si preannuncia infuocata e probabilmente col dito puntato contro la sinistra come si evince dalle parole del presidente del Pd, Matteo Orfini: "In Sicilia e nel Municipio X di Roma il Pd arriva terzo. Sono oggettivamente due sconfitte. E quando si perde si deve riflettere e capire gli errori per correggerli. Ma anche distinguere le legittime strumentalizzazioni politiche dai numeri e dalla storia di queste due elezioni. In Sicilia vincemmo con Crocetta perchè la destra si divise. Oggi la destra è di nuovo unita e vince.

Il Pd ha provato a lavorare sullo schema di una coalizione larga, guidata da una personalità della società civile. Non siamo riusciti fino in fondo a raggiungere questo obiettivo perchè Mdp e Sinistra Italiana hanno scelto di candidare Fava con il solo obiettivo di far perdere il Pd e vincere la destra".

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