Adesso il Csm vuole "processare" la giudice Raineri

Per la toga si profila l'incompatibilità ambientale. Spunta pure il nome di un grillino

Adesso il Csm vuole "processare" la giudice Raineri
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Il Csm chiede di accendere un faro sulla giudice di Milano Carla Raineri, finita nelle carte dell'inchiesta sulla presunta centrale di spioni di via Pattari a Milano. La sua figura emerge dagli atti come una dei committenti delle presunte ricerche illegittime, in questo caso a carico di un familiare. Col paradosso che il magistrato, estranea alle indagini, è la titolare della protezione dei dati del Palazzo di Giustizia milanese.

La rete che faceva base negli uffici della società Equalize, dell'ex super poliziotto Carmine Gallo, con socio di maggioranza Enrico Pazzali, presidente della Fondazione Fiera Milano che si è autosospeso, avrebbe effettuato 52.811 estrazioni illecite dal database Sdi riservato alle forze dell'ordine e spiato oltre 800mila persone. I pm sottolineano l'aspetto «eversivo» di certe intercettazioni: «Con i report che abbiamo in mano possiamo sputtanare tutta l'Italia». Ci sarebbe, nei file elaborati dal gruppo, anche un elenco di magistrati e prefetti. Lo deducono gli inquirenti da un'intercettazione in cui viene citato «un elenco di nominativi». L'hacker della società, Samuele Calamucci, nomina «i pm milanesi Pedio e Storari e l'ex procuratore Greco (Francesco, ndr)», e spiega di avere caricato relativo materiale, presumibilmente nella piattaforma illegale Beyond: «Quindi i prefetti li abbiamo caricati, i magistrati te li ho mandati ora ()».

Nelle carte spunta anche un ex deputato del M5s, Angelo Tofalo, ex sottosegretario alla Difesa, ex membro del Copasir nella passata legislatura. È del tutto estraneo alle indagini e non ci sono contestazioni a suo carico. Si parla di lui in una conversazione del gennaio 2023 tra Gallo e Calamucci, contenuta in un'informativa dei carabinieri. Calamucci parla anche di «un proprio rapporto con il Dis», i nostri servizi segreti. «Ho chiamato Tofalo», dice l'hacker intercettato, «perché ho chiamato lui, perché lui quando io fornivo come ausiliario al Dis le informazioni, lui era quello che ci organizzava i servizi». L'informatico dice di averlo chiamato per quello che sembra un consulto. Calamucci avrebbe voluto vendere la piattaforma «Beyond» anche alle grandi aziende, dando però una veste legale ai report illegali, mimetizzando le informazioni illegittime. Calamucci racconta a Gallo di essersi confidato con Tofalo, scrivono i carabinieri «circa la piattaforma e la presenza sulla stessa di dati riservati esfiltrati dalle banche dati strategiche nazionali». «Un'ora di videochiamata () noi sai che abbiamo fatto la piattaforma e con lui c'è un rapporto proprio aperto». Gli accertamenti, evidenziano gli investigatori, «non hanno permesso di trovare un riscontro diretto ai contatti tra Tofalo e Calamucci». Vi sarebbero riscontri di contatti con «il presidente di Osint Italia Mirko Lapi, Mirko, soggetto legato all'intelligence». È un mondo vasto ma anche di altissimo livello quello che bussa alla porta dell'agenzia di investigazione. Tra i clienti ci sarebbe anche Ilva, con diversi contatti tra la società in amministrazione straordinaria e il gruppo. Che avrebbe voluto piazzare la piattaforma illegale al colosso della siderurgia. «Vorrebbe una piattaforma per 500 interrogazioni», dice Gallo.

Pure l'Eni ha confermato «di avere a suo tempo conferito a Equalize un incarico investigativo», ma ribadisce di «non essere mai stata in alcun modo al corrente di attività illecite». Il gruppo avrebbe tentato di spiare la stella dell'atletica Marcel Jacobs e il suo staff, dopo la vittoria a Tokyo 2021.

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