Torna in carcere Alfonso Papa. La nuova inchiesta della procura di Napoli, che ha fatto finire ai domiciliari anche il padre, Giovanni Papa, è relativa a presunti favori, in cambio di denaro e altre utilità, agli imprenditori Angelo e Roberto Grillo, operanti nel settore dei servizi di pulizia e ritenuti vicini al clan camorristico dei Belforte.
L'ex parlamentare è accusato di concussione per induzione e "indebita induzione a corrispondere denaro e altre utilità". I Grillo "erano titolari di una società destinataria, all’epoca dei fatti, di interdittiva antimafia adottata dalla Prefettura di Caserta per gli accertati rapporti tra la famiglia Grillo e soggetti appartenenti e comunque contigui al clan camorristico Balforte di Marcianise", ricorda il procuratore aggiunto Alfonso D’Avino. Papa, in qualità di parlamentare, membro della Commissione Giustizia della Camera e della Commissione parlamentare antimafia negli anni 2009 e 2010, avrebbe indotto i Grillo a cedere alle sua richieste di denaro prospettando che, anche in forza dei suoi legami con i più alti livelli della pubblica amministrazione e degli enti partecipati, avrebbe garantito "la sua protezione e il suo intervento risolutivo sul Consiglio di Stato", che doveva decidere sull’interdittiva antimafia.
Inoltre Papa avrebbe garantito l’aggiudicazione di appalti di servizi di pulizia presso Trenitalia spa, l’aggiudicazione di appalti inerenti servizi di pulizia gestiti dalla
Consip, ovvero di subappalti, conferiti da ditte e società aggiudicatarie di appalti da parte di Consip, e l’aggiudicazione di altri lavori pubblici tra i quali quelli riguardanti il porto di Cecina, in provincia di Livorno.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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