Allarme Onu: "Scuole chiuse? Una catastrofe generazionale"

Un miliardo di alunni a casa. Parte la corsa alle cattedre: 6 candidati per posto. E oggi si chiude il bando sui banchi

Allarme Onu: "Scuole chiuse? Una catastrofe generazionale"

«Con la chiusura delle scuole si rischia una catastrofe generazionale». A lanciare l'allarme è stato ieri il segretario generale dell'Onu Antonio Guterres. Con un messaggio dal suo account ufficiale Twitter ha voluto caricare sulle spalle dei governi di tutto il mondo il peso che la pandemia ha avuto sui bambini e sui ragazzi. Un «peso» con oltre un miliardo di studenti costretti a restare a casa. Un «peso» che, guardato in prospettiva, rischia di portare un'intera generazione alla deriva. Numeri da paura, conseguenze catastrofiche. «Viviamo in un momento decisivo per bambini e giovani in tutto il mondo - ha proseguito Guterres - Le decisioni che i governi prenderanno ora avranno un effetto duraturo per decenni su centinaia di milioni di giovani, nonché sulle prospettive di sviluppo dei Paesi». E giù a snocciolare dati. A metà luglio le scuole sono state chiuse ad oltre un miliardo di studenti in 160 Paesi e oltre 40 milioni di bambini hanno perso la possibilità di frequentare materna e asilo. «Prima della pandemia ha detto - c'erano già 250 milioni di bambini che non potevano andare a scuola e nei pesi in via di sviluppo soltanto 1 quarto degli studenti delle scuole secondarie avevano accesso ad un'istruzione di base». Il segretario dell'Onu ha voluto così ribadire l'importanza di far ripartire al più presto la scuola che si è trovata a fare i conti con l'emergenza del virus.

Manca ormai poco più di un mese perchè in Italia gli studenti si mettano di nuovo seduti al loro banco. Quale, non lo possiamo ancora dire. Oggi si chiudono i termini per il bando di gara europeo indetto dal commissario straordinario all'emergenza Covid, Domenico Arcuri, per l'acquisto di un massimo di tre milioni di banchi con le rotelle finiti elle polemiche ancor prima di arrivare in classe. Partita ma non ancora arrivata invece la corsa dei docenti per conquistare un posto attraverso il concorso ordinario che si terrà in autunno. Sono state oltre 76mila le domande per diventare maestri di asilo e elementari, mentre ben 430mila gli aspiranti prof per medie e superiori. Tanti, tantissimi. Che per lo più resteranno fuori. Il numero dei posti a disposizione è decisamente inferiore. Per la scuola dell'infanzia e quella primaria i posti disponibili sono 12.863 a fronte di 76.757 domande con la Lombardia in testa. Mentre per la scuola secondaria di primo e secondo grado le domande sono 430.585 per coprire solo 33mila posti. Ci sono insomma 6 candidati a posto, con «cattedre» che hanno anche 10 aspiranti prof.

«La domanda di partecipazione è molto alta - ha commentato il ministro Azzolina - un dato facilmente spiegabile. C'era molta attesa perchè da troppo tempo i concorsi si svolgono a singhiozzo. In un paese normale i concorsi devono svolgersi al massimo ogni due anni». L'ultimo, lo ricordiamo risale al 2016, con 63 mila posti assegnati. Poi, complici anche i sindacati, sono stati sempre rimandati. Resta invece ancora aperto il bando per il concorso straordinario già fissato ad ottobre per i precari che hanno tempo fino al 10 agosto per presentare la domanda. Pubblicate invece ieri sul sito del ministero le linee guida per i più piccoli, i bambini da 0 a 6 anni.

Dovranno essere accompagnati a scuola da un solo genitore, non verrà misurata la temperatura all'ingresso ma sia i bambini che il personale non potranno presentarsi con la febbre sopra i 37,5. A scuola i più piccoli però non dovranno indossare la mascherina.

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