Omicron marcia passi spediti. E i timori per nuove varianti rimangono alti. Secondo alcune indiscrezioni i vertici di Pfizer, in un colloquio con gli analisti di Goldman Sachs avrebbero parlato della necessità di nuove versioni del vaccino, di fronte ad altre mutazioni del virus (il siero specifico per Omicron sarà pronto in primavera).
Nel frattempo, in Italia, altre 4 Regioni (Abruzzo, Emilia Romagna, Toscana e Valle d'Aosta) passano da lunedì in zona gialla, aggiungendosi alle 11 già presenti nell'elenco. Addirittura 10 quelle classificate a rischio alto, di cui tre a causa dell'impossibilità di valutazione. Quasi tutte riportano almeno una singola allerta, mentre 10 ne riportano molteplici, secondo il report settimanale della cabina di regia, presentato dall'Iss. Per la prima volta, sottolinea il report, si osservano segnali plurimi di allerta a livello regionale nelle attività di sorveglianza e indagine dei contatti e anche la proiezione a 30 giorni indica scenari di aumentata saturazione in area medica e terapie intensive in numerosi territori. L'analisi fa riferimento ai dati del periodo che va dal 27 dicembre al 2 gennaio. Al momento l'epidemia ha una incidenza settimanale, a livello nazionale, di 1.669 casi per 100mila abitanti.
Complice la festività, scendono a 108.304 i contagi registrati ieri nel bollettino di Protezione Civile e ministero della Salute, mentre ci sono altri 223 morti. I nuovi casi sono stati individuati su 492.172 tamponi effettuati, balzo del tasso di positività al 22%. Ci sono +764 ricoverati, + 32 in terapia intensiva. Il totale dei decessi da inizio pandemia sale così a 138.697. Con un'incidenza pari a 2.144 per 100mila abitanti, in aumento rispetto alla settimana precedente, la fascia d'età tra i 20-29 anni registra la crescita maggiore, seguita da quella 10-19 e 30-39. L'indice Rt è 1,43 e quello ospedaliero intorno a 1,3 mentre il tasso di occupazione dei posti di area medica e di terapia intensiva è rispettivamente del 20,3% e del 15,1%.
Cresce l'epidemia tra i 20 e i 29 anni, ma c'è stato un rallentamento della crescita della curva tra i 5 e 11 anni ma c'è comunque la necessità di ricoveri ospedalieri anche negli under 19. «Questi dati mostrano che Omicron, sebbene in parte meno virulento, è una variante estremamente contagiosa e bisogna rallentare la corsa, quindi è necessario mantenere comportamenti prudenti e affidarsi al richiamo del vaccino, per prevenire le forme più gravi di malattia», sottolinea il professor Giovanni Rezza, direttore generale della Prevenzione del ministero della Salute.
In questo senso procede la campagna con il booster, anche perché si registra un «trend in aumento di reinfezione, che conferma i dati nella letteratura scientifica, dove c'è un rischio particolarmente elevato nelle persone che non fanno il richiamo», evidenzia il professor Silvio Brusaferro, presidente dell'Iss. A partire dal 24 agosto il tasso di reinfezione è sempre stato intorno all'1% con un aumento iniziale a metà dicembre e ora supera di poco il 3% sul totale di casi diagnosticati. I dati comunque indicano che la terza dose è al 37,4% (era 31,7% la scorsa settimana), mentre nello specifico è pari al negli over 80 al 74,1% negli over 80, mentre nella fascia 70-79 al 64,7% e nella 60-69 al 55,2%. Gli over 50 non vaccinati, oggetto dell'obbligo, sono ancora circa 2,3 milioni (2.290.000). Ferma all'11,8% la prima dose per i bambini tra i 5 e gli 11 anni.
Fosca la previsione di Walter Ricciardi, professore ordinario di Igiene alla Cattolica e consulente del ministro della Salute Roberto Speranza: «Mi preoccupa la combinazione tra Delta, Delta plus e Omicron che produrrà un gennaio catastrofico. La curva dei contagi sarà esponenziale e la pressione sui sistemi sanitari sarà fortissima. Purtroppo il numero dei morti aumenterà in maniera importante».
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