Anche Meloni con Bannon: il guru sempre più tricolore

Dopo Salvini pure la leader di Fdi pronta ad aderire al Movement dell'uomo di Trump, attivissimo in Italia

Anche Meloni con Bannon: il guru sempre più tricolore

Matteo Salvini è il pezzo pregiato della collezione italiana di Steve Bannon. Con l'adesione del leader della Lega a The Movement, la fondazione che raggruppa forze euroscettiche e nazionaliste l'ex stratega politico del presidente americano Donald Trump, che da tempo ha spostato in Europa gli obiettivi politici, in vista del voto nella primavera del 2019, mette a segno il primo vero colpo della campagna acquisti nel Vecchio Continente. Ora Bannon punta ad allargare la rete del fronte sovranista in Italia: il prossimo ingresso in The Movement potrebbe essere quello di Giorgia Meloni. L'ex consigliere di Trump ha incontrato il 5 settembre scorso a Venezia la leader di Fratelli di Italia. Il matrimonio tra Bannon e Fratelli di Italia potrebbe celebrarsi a breve: dal 21 al 23 settembre, Roma, Meloni radunerà il partito per il tradizionale appuntamento di Atreju. Il titolo della manifestazione «Europa contro Europa» incarna lo spirito della battaglia di Bannon: un evento - che spiegano gli organizzatori - apre ufficialmente la campagna elettorale per le europee. Competizione alla quale Fratelli di Italia potrebbe concorrere sotto l'ombrello dell'internazionale sovranista di Bannon. Più complicata è la trattativa tra l'ex braccio destro del Tycoon e il M5S. L'adesione dei grillini a The Movement non è scontata. Eppure nel piano di Bannon, che punta a rovesciare l'attuale assetto politico in Europa spostando l'asse verso la destra sovranista, il ruolo dei Cinque stelle è fondamentale: Davide Casaleggio sarebbe favorevole all'abbraccio, spinto anche dal suo interlocutore politico in Europa, Nigel Farage, leader dell''Ukip.

Tra i grillini pro-Bannon c'è anche Manlio Di Stefano, sottosegretario agli Affari esteri e alla cooperazione internazionale. Contrari al matrimonio tra M5s e The Movement sono Luigi di Maio e Roberto Fico. L'Italia è una tappa fondamentale nella marcia del movimento sovranista. Ma c'è chi come Germano Dottori, docente di Studi strategici alla Luiss, non crede alla rottura tra Trump e Bannon. Anzi, secondo la tesi di Dottori - il presidente Usa non si fiderebbe dell'ambasciatore americano in Italia, Lewis Eisenberg, e continuerebbe ad appoggiarsi alle strategie del suo ex consigliere per gli affari in Italia. Non è un caso che Bannon segua con attenzione l'evoluzione del quadro politico in Italia. Dall'inizio del 2018, l'ideologo dell'Alt Right è stato due volte in Italia: le date sono importanti. La prima, il 2 marzo 2018, alla vigilia del voto. Il secondo viaggio assume particolare significato: l'ex chief strategist del Tycoon sbarca in Italia per incontrare Salvini il 28 maggio, spingendo per la nascita di un governo Lega-Cinque stelle. La visita di Bannon a maggio coincide con la richiesta di impeachment e l'attacco su Twitter contro il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

Il nome di Bannon viene tirato in ballo anche nella recente campagna social a sostegno del ministro dell'Interno Salvini, con l'hashtag #complicediSalvini, dopo l'avviso di garanzia per sequestro di persona aggravato grazie all'attivazione di account americani riconducibili al movimento ultraconservatore Turning Point Usa, vicino a Bannon. Proprio nel giorno della stretta di mano tra Salvini e l'ideologo dell'Alt Right.

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