Anche quest'anno Sassoli "cancella" il Natale

Per il secondo anno di fila, il presidente uscente dell'Europarlamento "dimentica" di citare il Natale nei suoi tradizionali auguri destinati ai colleghi

Anche quest'anno Sassoli "cancella" il Natale

Chissà cosa ci potrà mai essere di così potenzialmente offensivo nell'augurare "Buon Natale" a qualcuno. Con buona pace dei promotori dell'"inclusività" - parolina magica che oramai cappeggia ovunque - la neolingua politicamente corretta non ha proprio nulla di "inclusivo", anzi: esclude forzatamente e cancella ogni possibile riferimento a tradizioni e culture nel nome dell'appiattimento tecnocratico del linguaggio. Per il secondo anno di fila, infatti, il presidente uscente dell'Europarlamento, David Sassoli, dimentica di citare la parola "Natale", adeguandosi ai dogmi della correttezza politica. Come riporta Libero, nel suo biglietto di auguri destinato ai colleghi del Parlamento Sassoli si limita a un "Auguri di serene festività, felicità e pace", tralasciando completamente ogni riferimento al Natale. Certo, parliamo di un passaggio simbolico e che per qualcuno, magari, potrebbe sembrare di poco conto. Ma anche i messaggi, soprattutto quando si presiede un'istituzione così importante, sono fondamentali.

Radici cristiane in pericolo: nel mirino anche il Natale

Nelle scorse settimane, uno scoop de Il Giornale a firma di Francesco Giubilei ha fatto emergere un documento nato per circolazione interna alla commissione europa sulla "comunicazione inclusiva" nel quale si invitava a non usare la parola "Natale" per non offendere le minoranze, i nomi Maria o Giovanni perché cristiani o utilizzare l'espressione "signori e signore" prima di un convegno. Uno scoop che ha generato un grande dibattito in tutta Europa, grazie al quale il documento è stato poi ritirato. La battaglia per tutelare le radici cristiane dell'Europa dalla cancel culture e dal politicamente corretto tuttavia è ancora lunga. Tema sul quale la sinistra è pronta a fare le barricate, come dimostra il dibattitto dell'altro giorno all'Europarlamento.

Weber rispolvera il caso sollevato dal Giornale

Manfred Weber, presidente del gruppo del Ppe, ha infatti ricordato in aula la vicenda del documento interno scoperto dal Giornale, suscitando l'ira dei progressisti: "I cittadini si sono chiesti qual è la ragione di formulare linee guida di questo tipo. Per noi avere un credo è importante. La religione non deve essere spinta solo nella sfera privata. Il dna dell'Europa è cristiano e due terzi dei cittadini si considerano cristiani". Alle dichiarazioni di Weber ha replicato l'eurodeputato spagnolo di centrosinistra Juan Fernando Lopez Aguilar, affermando che "sarebbe il caso di parlare di povertà, energia, inflazione". Della serie: le tradizioni e le radici dell'Europa sono così poco rilevanti per la sinistra che non è nemmeno il caso di parlarne. Meglio dedicare il tempo a questioni dirimenti come il linguaggio inclusivo e gli asterischi al posto delle desinenze maschili e femminili, no? Senza dimenticare il gender e l'antirazzismo, le vere priorità della sinistra identitaria.

Eppure il Natale e le tradizioni cristiane in molti stati europei sono davvero in pericolo. Nel 2012, per esempio, migliaia di persone firmarono una petizione contro un'installazione luminosa astratta che sostituiva il tradizionale albero di Natale nel centro di Bruxelles. I critici accusarono i funzionari di aver optato per l'installazione per paura di offendere i non cristiani, soprattutto i musulmani.

Come spiegava la Bbc all'epoca, gran parte della stampa belga spiegava che l'installazione è un esempio di "correttezza politica", progettato per essere più "attraente" per i gruppi religiosi non cristiani rispetto a un abete tradizionale.

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