Anche Rosato lascia Iv. Frana il centro di Renzi

Nuova batosta per il progetto dell'ex premier. Pure l'ex braccio destro va via: "Fa tutto da solo"

Anche Rosato lascia Iv. Frana il centro di Renzi
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Il «Centro» di Matteo Renzi si è sciolto come neve al sole. Il progetto dell'ex premier è naufragato in meno di un mese. Il 4 settembre scorso l'annuncio sul nuovo contenitore moderato. Ieri l'addio di Ettore Rosato, un fedelissimo di Renzi dai tempi del Pd, ne certifica lo stato di difficoltà. «Ho assistito spiega Rosato in un'intervista a Repubblica - a una conferenza stampa (di Renzi) in cui da solo ha lanciato il Centro. Il contrario di quello che si dovrebbe fare se si vuole costruire uno spazio ampio e partecipato. E poi stare al Centro non è bacchettare tutti a destra e a sinistra continuamente, ma provare a cucire e a trovare soluzioni di mediazione. È la cultura dei cattolici popolari che lo insegna». Nelle ambizioni dell'ex rottamatore - il Centro doveva essere un polo attrattivo per i cattolici e moderati. In meno di trenta giorni si registrano due addii di peso in Italia Viva. Prima di Rosato è toccato all'ex ministro Elena Bonetti a salutare il leader di Itala Viva. In entrambi i casi la destinazione è identica: Il Terzo Polo (non Azione). Calenda infila il dito nella piaga: «Con Elena, che del Terzo polo era vicepresidente e Ettore Rosato che era presidente di Iv, abbiamo lavorato bene, duramente e con passione per cercare di dare vita a un partito unico liberaldemocratico. Non potevamo obbligare Renzi a fare ciò che non voleva fare. Auguro a Italia viva buona strada. Spero che ci sia possibilità di trovare, come con le altre forze politiche, convergenze su provvedimenti e iniziative, il tempo delle polemiche è fortunatamente finito». Ora nelle truppe renziane si registrano altri malumori. I prossimi strappi potrebbero arrivare in Campania e Puglia. L'ex ministro Teresa Bellanova è in forte sofferenza. Mentre in Campania l'assessore regionale Nicola Caputo, fedelissimo di Rosato e in pole per la candidatura alle Europee, potrebbe seguire il suo capo corrente.

Dal fronte di Iv minimizzano. Gli addii di Rosato e Bonetti erano attesi, dicono, mentre sono in arrivo tre nuovi parlamentari e a fine mese Renzi lancerà il libro Palla al Centro con cui girerà l'Italia.

L'ex rottamatore ha tentato una doppia operazione: da un lato sperava in un'opa su Fi, missione per ora fallita, e dall'altro in una corsa dei vari «centrini» verso il suo progetto. Entrambi gli obiettivi appaiano distanti. Non c'è al momento alcuna intesa nemmeno con il movimento centrista fondato dall'ex ministro Pd Beppe Pisanu. Mentre l'ex vicepresidente della Regione Lombardia, Letizia Moratti, ha fatto intendere di privilegiare un ritorno nel centrodestra.

Cosa resta nelle mani di Renzi? Poca roba. Cateno De Luca al Giornale commenta: «Non servono maschere pirandelliane o formule magiche per nascondersi davanti agli elettori. Io ci ho sempre messo la faccia, Renzi invece cerca solo escamotage per apparire con un vestito nuovo. Ma i voti si conquistato con i fatti concreti, non coi giochini di palazzo». C'è chi in Italia Viva lo spinge a rivedere, al ribasso, i piani. La delusione è palpabile. Anche dopo la decisione di Renzi di correre per la guida del partito al congresso del 15 ottobre. Si sperava (soprattutto Luigi Marattin) in un passaggio di consegne.

Nella guerra al centro tra Renzi e Calenda si inserisce l'ex parlamentare di Fi Luigi Casciello, preoccupato dalla virata a sinistra del leader di Azione, prova a mettere al

tavolo un po' di cattolici: l'appuntamento è per oggi a Salerno. Il titolo dell'incontro dice tutto: «Cattolici riformisti e popolari, la politica non è un peccato». L'idea è di aprire un contenitore cattolico dentro Azione.

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