Poteva mancare la discesa in campo dell'Anm nel caso degli ispettori alla procura di Firenze? Ovviamente no. E la giunta esecutiva della Toscana parte lancia in resta contro il ministro Nordio: «Una ulteriore dimostrazione del disegno di discredito e di delegittimazione da tempo in atto contro la magistratura», lamentano. La difesa ai magistrati titolari dell'inchiesta Open è granitica: «Attacchi diretti alla professionalità e correttezza dei singoli magistrati titolari dell'indagine suindicata», scrivono giurando della correttezza delle toghe nell'occhio del ciclone.
Chi non tace, invece, è Matteo Renzi che questa volta duello con il Il Fatto Quotidiano. Garantismo contro giustizialismo, in qualche modo. L'ultimo capitolo è la prima pagina di ieri del giornale diretto da Marco Travaglio. «Chi tocca Renzi muore», si leggeva. Il fondatore d'Italia viva non ci sta a subire senza colpo ferire. E rilancia con un lungo post. «Questa è la prima pagina del Fatto Quotidiano di oggi - premette l'ex premier -, l'ennesima contro di me, il trionfo del giustizialismo e dell'aggressione ad personam. Perché? Io sono stato oggetto di numerose indagini che si sono rivelate un flop ma anziché urlare o gridare al complotto mi sono difeso seguendo la Costituzione e le leggi. Dopo avermi mostrificato agli occhi dell'opinione pubblica in tanti volevano farmi fuori politicamente usando indagini farlocche». Per l'ex presidente del Consiglio, la strategia dei suoi avversari è stata ed è tuttora chiara: prima la narrazione scientifica col fine quantomeno di ridimensionarlo, poi l'aggressione giudiziaria. E il leader d'Iv inserisce il quotidiano guidato dal giornalista torinese in questo schema, peraltro a pieno titolo. «Il Fatto Quotidiano - insiste - è da anni in prima linea su questa posizione. Io non ho reagito strepitando ma ho fatto tutto quello che la legge permette di fare: appelli, ricorsi, difese processuali. La conclusione la conoscete: la Corte di Cassazione ha dato ragione a noi, la Corte Costituzionale ha dato ragione a noi e adesso i pm che hanno provato a distruggermi la vita dovranno rispondere di eventuali loro illeciti davanti al Csm».
Sempre ieri, in un'intervista rilasciata al Giornale, l'ex premier aveva confidato: «Ora vedremo se il Csm sancirà che chi sbaglia paga». E ancora: «Basta con la difesa corporativa delle toghe. Chi ha indagato su di noi ha violato la legge». Le argomentazioni successive le abbiamo già ascoltate più volte, specie in relazione al caso Open: «Non è che chi tocca Renzi muore; chi tocca Renzi, come qualsiasi altro cittadino italiano, deve rispettare la Costituzione e le leggi. Noi non abbiamo violato nessuna legge, spero che i pm di Firenze possano dire lo stesso». Poi una stoccata: «Quanto a Il Fatto - chiosa nel lungo post, con un'emoticon sorridente - possono continuare ad attaccarmi quanto vogliono. Quello che non riescono a mandar giù è che dopo anni di attacchi mediatici, di sequestri illegittimi, di violazioni costituzionali, di aggressioni personali io sono ancora qui. E rispondo utilizzando il diritto e non il giustizialismo. Volevano togliermi l'agibilità politica, non mi hanno tolto nemmeno il sorriso».
Difficile immaginare che la saga Renzi-Fatto Quotidiano finisca qua, anzi. Il fronte giustizialista non digerisce praticamente tutte le scelte del ministro Nordio.
E questo c'era da aspettarselo, considerato il profilo voluto dalla Meloni per quella casella ministeriale. E che i giustizialisti non accettino che Renzi faccia ancora parte dei giochi è di difficile smentita. Caso Open o no: la battaglia «a viso aperto» andrà ancora avanti.
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