«Siamo in guerra». Così reagì il presidente francese François Hollande la sera del 13 novembre 2015 all'ondata di atroci stragi islamiche che insanguinarono Parigi. Un anno dopo prendiamo atto che si è trattato di una dichiarazione poco o nulla credibile, perché alle parole non sono seguiti fatti rilevanti, se si escludono un bombardamento immediato dell'aviazione francese a Raqqa e la chiusura di una trentina di moschee in Francia al cui interno furono trovate perfino armi.
Addirittura il capo del Governo italiano Renzi rimproverò Hollande sostenendo che non avrebbe dovuto neppure usare la parola «guerra». Confortato dal fatto che l'Italia finora non ha subito alcun attentato, Renzi si è messo in cattedra per insegnare ai francesi che è un errore inquadrare i singoli attentati nella cornice della guerra, che è stato eccessivo proclamare lo stato di emergenza, che non serve chiudere le frontiere perché tanto i terroristi islamici sono cittadini europei che risiedono all'interno dell'area Schengen. In parallelo il ministro dell'Interno Alfano rivendica il successo della «via italiana» contro il terrorismo islamico, sintetizzata nello slogan «sosteniamo chi prega e combattiamo chi spara», che si traduce concretamente, da un lato, nell'alleanza con il «popolo delle moschee» e innanzitutto con l'Ucoii (Unione delle Comunità e Organizzazioni Islamiche in Italia) che s'ispira ideologicamente ai Fratelli Musulmani e, dall'altro, nell'arresto e nell'espulsione di singoli veri o presunti terroristi islamici identificati prevalentemente per la loro attività propagandistica attraverso internet.
Ebbene è indubbio che Hollande, oltre all'assumere la consapevolezza, purtroppo solo dopo la dolorosa conta dei propri morti, che il terrorismo islamico globalizzato ha sferrato una guerra all'interno dell'Europa, non ha fatto seriamente la guerra né per bonificare il fronte interno né per eliminare la minaccia esterna. Il risultato è che il terrorismo islamico è tornato a colpire ripetutamente, registrando l'apice con la strage di Nizza dello scorso 14 luglio.
Ma è del tutto illusorio immaginare che l'Italia sarebbe al riparo dagli attentati islamici grazie alla politica «oculata» del duo Renzi-Alfano e al successo dei nostri apparati di sicurezza. La verità è che l'Italia viene semplicemente risparmiata perché siamo il loro porto franco, siamo il Paese che più di altri consente ai terroristi islamici di entrare senza documenti, senza essere identificati e di soggiornare a nostre spese. Ma è del tutto evidente che si stanno radicando costituendo le loro «cellule dormienti» e quando decideranno di colpirci avranno solo l'imbarazzo della scelta. L'errore più grossolano è quello di limitarsi a scalfire la punta dell'iceberg, ovvero i singoli terroristi islamici, senza scardinare l'iceberg, ovvero la «fabbrica del terrorismo islamico» autoctono che s'incentra nel lavaggio di cervello praticato nelle moschee in Europa e nei siti dove si propaganda la guerra santa islamica.
L'unico leader che ha combattuto seriamente e correttamente i terroristi islamici è stato Putin. Perché sin dall'inizio ha schierato i suoi uomini sul territorio siriano al fianco del regime laico, seppur dittatoriale, di Assad, opponendosi indistintamente a tutte le formazioni terroristiche islamiche con l'obiettivo di riscattare la sovranità dello Stato.
All'opposto Barack Hussein Obama, che la Storia riconoscerà come il peggior presidente degli Stati Uniti, si è del tutto sottomesso alla Turchia di Erdogan, il personaggio più pericoloso del Medio Oriente, assecondando anche l'Arabia Saudita e il Qatar, nel promuovere il terrorismo dell'Isis e di altre sigle islamiche.
L'avvento di Trump alla Casa Bianca e la sua possibile alleanza con Putin lascia presagire una svolta storica nella guerra contro il terrorismo islamico globalizzato, ponendo veramente fine al sedicente
«Stato islamico» dell'Isis e scardinando le roccaforti del terrorismo islamico in Europa che si alimentano grazie alla follia suicida di farci invadere da milioni di clandestini prevalentemente islamici.magdicristianoallam.it
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