Quando gli ispettori regionali guardano al rallenty le immagini riprese dal drone anti incendi non credono ai loro occhi. È un bambino il piromane che ha appiccato il fuoco nei boschi della Calabria. Un bambino di 10 anni. Nel filmato si vede chiaramente che prepara più inneschi, come un vero professionista. Poi si accorge del drone e scappa. Succede a Zungri, in provincia di Vibo Valentia. Lo accompagna il nonno, che lo aspetta a bordo di un trattore.
Un video choc che colpisce talmente tanto il presidente della Regione Calabria Roberto Occhiuto da spingerlo a pubblicarlo sui social. Per denunciare il volto della Calabria peggiore, quella in cui la criminalità è un affare di famiglia da tramandare di generazione in generazione.
«Si può chiedere a un bambino di 10 anni - si domanda Occhiuto che contro chi incendia e deturpa l'ambiente ha lanciato il progetto tolleranza zero - di appiccare il fuoco? La Calabria non è questa. È fatta di tanti bambini e persone civili». Nello stesso video Occhiuto commenta la presenza di altre persone sorprese a dare fuoco ad alcuni rifiuti dopo averli abbandonati in un'area di campagna. «In due settimane - afferma il presidente della Regione Calabria - abbiamo beccato 32 piromani. Alcuni dicono che non sono piromani ma solo incendiari, sono comunque degli stupidi».
La scena dei ragazzino piromane scatena due allarmi: uno sugli incendi e uno sull'infanzia rubata. Tanto che sul caso interviene lo stesso garante dell'Infanzia Antonio Marziale che usa parole durissime e lascia intendere che si potrebbe pensare a un allontanamento del bambino. Se non dalla famiglia, almeno dal nonno che lo ha usato: «Un nonno non può fare tutto ciò. A 10 anni ancora tutto è un gioco e il gioco è palestra di vita, anticamera dei sogni e dell'identità, soprattutto se l'azione è stimolata e accompagnata da un adulto di riferimento così prossimo. Chiedere al nonno del bambino di vergognarsi sarebbe esercizio inutile - continua Marziale - ma prendere atto che la salvezza per tanti bambini potrebbe risiedere nel loro allontanamento dal nucleo familiare è dolorosamente necessario».
Il governatore Occhiuto, grazie alla task force dei droni, coglie sul fatto altri «criminali che sono andati a scaricare rifiuti in un bosco e li hanno incendiati, peraltro vicino a un fiume, quindi una cosa pericolosissima per l'ambiente oltre che pericolosa per il fatto che può generare incendi.
È un altro esempio della Calabria peggiore, che per fortuna è una minoranza, perché la Calabria in gran parte ha rispetto per l'ambiente».In base ai dati di un report Ispra, il 18% delle aree bruciate si trova in Calabria, il 75% in Sicilia dove, fortunatamente, la situazione sembra rientrare dopo gli allarmi e i danni enormi delle scorse settimane.
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