Armi, passaporti e soldi su Telegram è (più) facile

Ecco come abbiamo fatto ad acquistare documenti contraffatti. Più Ak47 e denaro. Il conto è di 1.600 euro, si paga in Bitcoin

Armi, passaporti e soldi su Telegram è (più) facile
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Quanto è facile procurarsi documenti falsi? Anche troppo. Dopo l'attentato a Mosca ci siamo chiesti se fosse cosi semplice per un lupo solitario dell'Isis replicare quanto accaduto in Russia anche in Europa. «In Rete è facile, si può comprare di tutto», ci spiega Robert Lingard, esperto di Open source intelligence che fa la spola tra l'Italia e Londra. L'Open source intelligence o Osint è la raccolta di informazioni disponibili in rete, cruciale ad esempio nella lotta al terrorismo e al riciclaggio, di cui si servono anche le organizzazioni governative.

Grazie a Lingard ci siamo imbattuti in alcune chat Telegram dove è possibile acquistare armi di piccolo calibro, ma anche kalashnikov AK47 usati dalla resistenza irachena contro le truppe Nato nel 2004. Fingendoci siriani abbiamo contattato il gestore della chat seguendo di pari passo le indicazioni che ci venivano fornite e abbiamo richiesto «un passaporto italiano per entrare in Europa». L'interlocutore, che non è stato possibile geolocalizzare, ci mostra una serie di lavori fatti replicando passaporti, carte d'identità, patenti e visti, facendoci visionare una cartella contenente i file con i formati dei documenti più richiesti: dai passaporti ucraini a quelli inglesi, ma anche quelli per l'Italia, il Kazakistan, l'Olanda e il Messico. Il costo dell'operazione è di 800 euro pagabili in cryptovalute, meglio Bitcoin. Ma un conto è comprare documenti contraffatti, un altro è acquistare documenti originali in bianco, finiti chissà come nella disponibilità del nostro interlocutore. Per realizzare la nostra richiesta ci vengono chiesti dati anagrafici, una mail di riferimento, fotografie, la nostra firma e l'impronta digitale. Una volta realizzato, il passaporto ci sarebbe stato spedito per posta. Alla domanda «avremo problemi con le autorità?», il venditore ci assicura che i passaporti possono essere utilizzati in tutto il mondo perché «registrati all'interno dei rispettivi database». È probabile che ci sia un collegamento tra questa rete di falsari e la sparizione di alcuni visti e documenti dalle cassaforti di alcuni consolati italiani in Sri Lanka, Bangladesh e Pakistan.

Per rendere più credibile la nostra richiesta è scattato l'acquisto di 5mila euro in banconote contraffatte da 20 euro, un taglio che difficilmente viene verificato, con la scusa di dover pagare il nostro sostentamento in botteghe e ostelli. Un'operazione anche questa nella sua disponibilità grazie all'ausilio di apposite stampanti. Alla fine il conto è di 1.

600 euro, da pagare in Bitcoin attraverso un Qr code. Ci siamo fermati qui, per non incappare in un reato. Ma se è così pacifico procurarsi armi, documenti e soldi falsi, per i lupi solitari dell'Isis è facile creare il panico in Europa.

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