!["Arresto per chi aggredisce i docenti"](https://img.ilgcdn.com/sites/default/files/styles/xl/public/foto/2024/07/11/1720724636-azchxk2gup89ehv9pwcn-lapresse.jpg?_=1720724636)
Il ministro dell'Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara ha proposto l'arresto in flagranza di chi aggredisce professori o personale scolastico. È una stretta, una misura di civiltà, in un quadro statistico che si fa preoccupante.
L'esponente della Lega ha già sentito il ministro della Giustizia Carlo Nordio. I due hanno avuto modo di parlare al telefono sul da farsi. La strategia è quella di inserire questa fattispecie di reato tra quelle che prevedono la misura coercitiva. Si tratta, in fin dei conti, di rafforzare la legge. «Stiamo lavorando insieme su una norma in questa direzione», ha rivelato ieri Valditara, riferendosi pure al Guardasigilli. E ancora: «Il governo e il ministro dell'Istruzione sono accanto ai docenti e al personale tutto che devono sentire forte la presenza costante delle istituzioni». Lo Stato, insomma, c'è.
Anche la cronaca suggerisce la necessità di provvedimenti. L'ultimo episodio a Casarano, nel leccese, dove il professor Sergio Manni, 65 anni, è stato aggredito dal padre di uno studente. Il tutto in seguito a dei rimproveri e a delle note. «Vieni a spaccare la faccia del prof», ha scritto il figlio al padre. E poco dopo è avvenuta l'aggressione. Il docente ha anche raccontato di essersela «vista brutta» e di non aver «chiuso occhio» per giorni. L'episodio è stato denunciato. Ora la Procura di Lecce indaga. Il ministro Valditara ha sentito il dirigente scolastico della scuola leccese, Salvatore Negro, per sincerarsi delle condizioni di salute del professor Manni.
L'Associazione nazionale presidi, ascoltata la proposta del ministro dell'Istruzione, ha subito plaudito. E il presidente Antonello Giannelli ha chiarito i perché della posizione favorevole. Una «iniziativa» che va «nella direzione da noi richiesta qualche tempo fa», ha annotato il rappresentante dell'Anp. Sempre Giannelli ha specificato come «i dirigenti scolastici, i docenti e il personale Ata» non possano più «essere oggetto di aggressioni» e di «violenze». Quelle che «negli anni» sono diventati «sempre più frequenti».
In effetti, le statistiche parlano chiaro: il fenomeno delle aggressioni nei confronti dei docenti e del personale scolastico è in preoccupante aumento. Nel biennio 2022-2023 si erano registrati 36 episodi di violenza, ma nel 2024 si è assistito a un vero e proprio boom, con 68 casi. Se si considera l'anno in corso, si stima che siano già stati superati i 20 casi. Tra le Regioni più interessate dal problema, la Lombardia. Ma la casistica copre l'intero territorio nazionale. È la conferma numerica di una tendenza in crescita. E siamo solo al secondo mese dell'anno.
Ieri, per le scuole italiane, è stata anche la Giornata del Ricordo. «Onoriamo le vittime delle foibe e dell'esodo giuliano-dalmata», ha scritto il ministro Valditara sui social. E ancora: «La memoria di questi tragici eventi causati dal comunismo titino è un monito per le nuove generazioni».
Poi l'indirizzo all'istruzione italiana: «La scuola ha il compito di custodire questo ricordo per preservare i valori della democrazia e della dignità umana, contrastando ogni forma di odio e di violenza, nel rispetto della persona e del suo valore intangibile», ha chiosato.
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