Il Movimento 5 Stelle apre per la prima volta alla possibilità di non revocare la concessione ad Autostrade per l'Italia (Aspi), controllata di Atlantia. A stretto giro dalla vittoria del Pd alle elezioni Regionali in Emilia-Romagna, con la débâcle dei pentastellati, sul primo dei dossier industriali in mano al governo va in scena il cambio di equilibri in seno alla maggioranza. Il viceministro alle Infrastrutture Giancarlo Cancelleri, esponente del M5s, alla domanda di Radio 24 se fosse possibile che non si arrivi alla revoca della concessione autostradale ha detto: «Per noi no, però può sempre accadere». Un'ammissione che suona come un passo indietro dopo mesi di chiusura sul tema.
Defilatisi i portabandiera della revoca, Luigi Di Maio in primis, ora la palla passa al Pd e al ministro dell'Economia, Roberto Gualtieri. «L'esecutivo sta cercando una soluzione equilibrata per Aspi», ha detto il ministro, mentre Italia viva insiste nella crociata anti-revoca per la quale ha presentato un emendamento soppressivo dell'articolo 35 del decreto Milleproroghe che dovrà essere approvato entro febbraio.
Una situazione che ha dato speranza agli investitori che si sono buttati a capofitto sul titolo scommettendo sulla mancata revoca: il titolo ha chiuso con un forte balzo del 6,38% a quota 22,33 euro, recuperando 1,1 miliardi di capitalizzazione.
Nonostante il viceministro Cancelleri, abbia poi chiarito in un post su Fb, che «il MoVimento 5 Stelle vuole e chiede la revoca delle concessioni ai Benetton» a prevalere sono gli indizi che portano dritti a un suo mantenimento. Non solo perché il Pd farà valere la sua nuova posizione di forza. Ma anche perché i pentastellati non sembrano uniti su questo fronte.
D'altra parte in mattinata anche il premier Giuseppe Conte ha dichiarato in merito di non aver «ancora raccolto gli ultimi pareri». Le carte raccolte dal ministero delle Infrastrutture dopo il crollo del ponte Morandi, che ha causato la morte di 43 persone, contengono argomenti in grado di mettere pressione ad Aspi: il governo chiederebbe un calo graduale del 5% delle tariffe con un impatto di 3-4 miliardi di euro. Non solo. Se la concessione non sarà revocata, Atlantia è pronta a ridurre la partecipazione in Autostrade per l'Italia dall'attuale 88,06% fino al 50%.
Una carta, quest'ultima, che si sta giocando la famiglia Benetton per scongiurare la revoca: l'apertura del capitale è subordinata alla certezza della permanenza in vita della concessione. Non è escluso, infatti, che nella partita possa essere coinvolta anche il fondo F2i.
Tuttavia l'eventuale investimento della società guidata da Renato Ravanelli dovrebbe passare dallo spin-off (cioè lo scorporo) di Aspi da Atlantia.Per gli analisti di Banca Imi il quadro generale rimane poco chiaro, «anche se - spiegano - riteniamo che ora sia possibile una negoziazione meno conflittuale».
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