Decrescita troppo lenta. Il bollettino del contagio, che oltretutto risente del calo dei tamponi effettuati nel week end, non apre ad un possibile allentamento delle misure ma anzi suggerisce una linea più rigorosa, una stretta perché l'indice di positività è risalito di nuovo oltre il 10 per cento, 11,6 esattamente. Non solo: aumentano anche i ricoveri ordinari, più 30, anche se decrescono i posti occupati in terapia intensiva, 63 in meno. Le regioni che registrano il maggior numero di nuovo casi sono Veneto, più 2.829; Emilia Romagna, 1.574; Lazio, 1.315; Campania, 1.088. In tutto 12.030 i nuovi positivi registrati ieri che fanno salire il totale a 1.855.737 casi dall'inizio della pandemia. I tamponi come al solito sono però pochi: 103.584 rispetto ai 152.697 due giorni fa. Salgono di poco i decessi: 491 rispetto ai 484 registrati due giorni fa. Siamo il paese europeo con il maggiore numero di vittime: 65.011. Abbiamo superato anche il Regno Unito che ieri era a 64.170. Calano di 10.889 unità anche le persone in isolamento domiciliare: 644.249 contro 655.138 del giorno precedente.
In Italia assistiamo ad un decremento troppo lento per la professoressa Patrizia Laurenti, docente di Igiene e direttore dell'Unità operativa complessa di Igiene Ospedaliera della Fondazione Policlinico Gemelli. Il dato, spiega, non è consolidato: è troppo fragile e si rischia una pericolosa inversione di tendenza. A preoccupare tutti gli esperti è che la recrudescenza del virus potrebbe coincidere proprio con la partenza della campagna vaccinale che comunque prevede uno sforzo imponente del servizio sanitario nazionale. Dunque trovarsi a dover gestire le vaccinazioni insieme ad una salita dei contagi con la conseguente crescita della pressione sui pronto soccorso e i reparti ospedalieri è una prospettiva che i medici vogliono evitare a tutti i costi.
«Bisogna mantenere una linea di rigore», avverte anche il viceministro della Salute, Pierpaolo Sileri. Il Natale provocherà inevitabilmente una risalita dei contagi per Sileri.
Ma, precisa «se sarà una risalita piccola sarà gestibile» mentre se il coronavirus andasse fuori controllo poi non potrebbe esserci in gennaio la tanto attesa riapertura delle scuole e in generale una ripresa per quanto graduale della vita «normale».
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.