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Autopsia sul prof morto. "Un infarto improvviso niente legami col siero"

"Ora altri esami". Analisi sul cadavere di una docente romana vaccinata con lo stesso lotto

Autopsia sul prof morto. "Un infarto improvviso niente legami col siero"

Un infarto improvviso. Potrebbe essere questa la causa della morte di Sandro Tognatti, il musicista e insegnante di musica 57enne di Cossato, in provincia di Biella, deceduto 14 dopo essere stato vaccinato con AstraZeneca. Resta da accertare se quel blocco improvviso del cuore sia collegato, oppure no, alla dose di vaccino. Le indiscrezioni parlano di un esame che non avrebbe evidenziato trombi, come avvenuto invece in altri casi e quindi la morte potrebbe non avere un collegamento esplicito con la vaccinazione. Il cuore e gli altri organi del docente, secondo quanto evidenziato dall'esame autoptico, erano in un apparente stato di salute buono.

Queste valutazioni non sono però confermate del tutto dal medico legale Roberto Testi - presidente del comitato tecnico-scientifico dell'Unità di crisi della Regione Piemonte - che ha eseguito la perizia, durata poco più di due ore, in presenza di un consulente nominato dalla famiglia. «Non ci sono riscontri evidenti e certi - ha precisato il perito -, nulla di così macroscopico è emerso da poter affermare con sicurezza che il decesso di Tognatti non sia collegato alla somministrazione del vaccino. E neppure si può affermare il contrario. È ancora troppo presto: senza esami istologici e di laboratorio non è possibile avere certezze». E i risultati arriveranno solo nei prossimi giorni. «La consulenza non è ancora stata completata - ribadisce il procuratore di Biella, Teresa Angela Camelio -, sono necessari ancora altri esami ed ulteriori quesiti agli specialisti».

L'indagine prende anche in considerazione il fatto che lo stesso giorno in cui è stato vaccinato il docente di musica, anche la moglie Simona Riussi - insegnante di musica alle scuole medie -, ha ricevuto la sua dose di AstraZeneca senza alcuna conseguenza. Così come la loro figlia Ginevra, anche lei insegnate nelle scuole elementari, e i genitori di Sandro: il papà Sergio, 85 anni e la mamma Lina, 81: tutti vaccinati senza nessun problema.

Stesse incertezze - e per adesso stessi misteri -, dovuti soprattutto alla necessità di eseguire ulteriori esami, sono stati riscontrati nei risultati delle altre autopsie disposte dalle procure competenti su persone morte a poche ore di distanza dalla somministrazione della dose vaccinale di AstraZeneca.

Il pm della Procura di Roma Giovanni Musarò ha aperto un fascicolo per omicidio colposo in seguito alla denuncia inoltrata da Luca Maccioni, fratello di Stefania Maccioni, 51 anni, insegnante di Lettere alla scuola media Salvo D'Acquisto di Cerveteri. Riesumazione della salma, sequestro della cartella clinica, nuovi accertamenti autoptici. La donna, che lascia una bambina di 8 anni e il compagno, anche lui docente nella scuola secondaria, due fratelli e i genitori, è deceduta il 9 marzo al policlinico Gemelli per «trombosi venosa cerebrale massiva», come riferito dai medici ai familiari. Alla Maccioni viene somministrata la prima dose del vaccino il 25 febbraio in una struttura della Asl Roma 4 di Santa Severa.

Il lotto? ABV5811, quello che sarà sequestrato in Piemonte il 14 marzo. La magistratura vuole stabilire se ci può essere o meno una correlazione fra la somministrazione del vaccino e il decesso.

La Maccioni, che non aveva alcuna patologia pregressa o in corso, accusa un malessere generale il 6 marzo. Una fortissima emicrania durante la notte tra il 6 e il 7 marzo e finisce in coma. «Un mal di testa fortissimo da cui non si è più risvegliata» spiega l'avvocato Mariano Mereta al magistrato.

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