Dalle perdite dei giorni della minaccia di ritiro della concessione (ultima della serie il -15% di lunedì scorso) al boom di ieri. In una seduta positiva per Piazza Affari, sui massimi post Covid, Atlantia, la società del gruppo Benetton che controlla Autostrade per l'Italia, ha segnato un clamoroso +26,65% a 14,49 euro. Chiaro segno che agli investitori piace la soluzione del nodo Aspi, con l'ingresso della Cassa depositi & prestiti. Mancano i dettagli, ma si sa che Cdp entrerà grazie a un aumento di capitale riservato, insieme a alcuni investitori istituzionali.
Ma l'exploit in Borsa è soprattutto una reazione allo scampato pericolo, cioè l'esclusione di una revoca della concessione sul più importante tratto autostradale del Paese. Un recupero, parziale, di quanto perso in questi mesi da quando, dopo il crollo del ponte Morandi a Genova, le azioni di Atlantia sono finite sull'ottovolante della politica. Alla mercé delle dichiarazioni del giorno di esponenti del governo e della maggioranza. Le azioni di Atlantia alla vigilia del collo del ponte di Genova valevano circa 25 euro. Subito dopo il crollo sotto i 20 euro. Ma il livello minimo lo hanno registrato a marzo, sfiorando i 10 euro, su una possibile accelerazione della revoca della concessione.
Nei giorni scorsi c'è chi, come il Codacons, ha chiesto alla Consob di indagare sulle operazioni di acquisto e vendita dei titoli nel periodo antecedente e successivo alle dichiarazioni del premier Giuseppe Conte. Possibile una turbativa di mercato. L'Autorità guidata da Paolo Savona, per i consumeristi, deve tutelare i piccoli risparmiatori.
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