Israele colpisce ancora e questa volta ad essere eliminate sono due figure palestinesi centrali nell'ultima guerra a Gaza e nella storia del conflitto tra questi due popoli, ovvero Rawhi Mushtaha e Aziz Salha. Mushtaha era il primo ministro de facto di Hamas della Striscia, ed è stato ucciso in un attacco israeliano tre mesi fa a Gaza.
Ad annunciarlo sono stati l'esercito israeliano e lo Shin Bet solo ieri. Mushtaha è stato ammazzato insieme a Sameh al-Siraj, che deteneva il portafoglio di sicurezza nell'ufficio politico di Hamas, e Sami Odeh, il capo del «meccanismo di sicurezza generale» del gruppo islamista. Il raid, condotto da jet da combattimento, ha preso di mira i funzionari di spicco mentre si nascondevano in un tunnel nel Nord di Gaza. Secondo Tsahal il tunnel era «un complesso sotterraneo fortificato e attrezzato» che «serviva da centro di comando e controllo di Hamas e consentiva agli agenti di alto livello di rimanervi per lunghi periodi di tempo».
Hamas però per ora non ha confermato le morti. Per le forze dello Stato ebraico l'organizzazione islamista sta nascondendo la decimazione della sua leadership «per evitare la perdita di morale e di funzionamento dei suoi agenti terroristici». Mushtaha era il «braccio destro e uno dei più stretti collaboratori» di Yahya Sinwar. Mushtaha e Sinwar hanno scontato insieme una pena in una prigione israeliana. Mushtaha era considerato la figura più importante nell'ufficio politico di Hamas a Gaza. L'altro personaggio simbolico per i miliziani palestinesi eliminato è Aziz Salha, noto per il suo ruolo nel linciaggio di due soldati israeliani a Ramallah nel 2000.
È stato ucciso in un attacco aereo a Gaza. L'immagine di Salha che agita le mani sporche di sangue davanti alla folla, dopo aver ripetutamente pugnalato uno dei militari, è rimasta impressa nella mente degli israeliani come uno dei momenti salienti della Seconda Intifada. La brutale uccisione dei due soldati, nelle prime settimane della Seconda Intifada, ha profondamente scioccato la società israeliana ed è stato un momento decisivo nella lunga storia del violento e drammatico conflitto tra lo Stato ebraico e i palestinesi. Salha aveva 43 anni ed è stato preso di mira precisamente a Deir al-Balah, nella parte centrale di Gaza. I soldati riservisti uccisi allora, nel 2000, erano Yosef Avrahami e Vadim Norzhic. Sono stati ammazzati nell'ottobre di quel terribile anno dopo aver preso una strada sbagliata ed essere finiti nella città di Ramallah, controllata dall'Autorità Nazionale Palestinese, in Cisgiordania.
Furono sequestrati dalle forze dell'ordine dell'Anp e portati in una stazione di polizia, che fu poi invasa da una folla inferocita per le recenti morti di palestinesi in violenti scontri con l'esercito. I due israeliani furono brutalmente picchiati e accoltellati a morte e i loro corpi furono mutilati. Diversi uomini furono arrestati e imprigionati da Israele per aver partecipato al linciaggio.
Salha è stato condannato all'ergastolo nel 2004 per il suo ruolo nell'omicidio di Norzhich, ma è stato rilasciato nel 2011 come parte del controverso accordo di scambio di prigionieri per la liberazione di Gilad Shalit, il soldato israeliano rapito nel 2006 a Kerem Shalom e trattenuto da Hamas a Gaza. Come contropartita in quell'occasione i palestinesi ottennero la scarcerazione di un migliaio dei loro detenuti nelle prigioni israeliane.
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