Baggio rapinato in villa. "Una falla nell'allarme"

Il campione sequestrato e picchiato. Un bottino da mezzo milione. C'era luce e l'antifurto non era attivo

Baggio rapinato in villa. "Una falla nell'allarme"
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Volto coperto, armati fino ai denti, fanno irruzione nella villa di Divin Codino ad Altavilla Vicentina. Un'ora di terrore per Roberto Baggio, 57 anni, e la sua famiglia, giovedì sera, malmenati e sequestrati in una stanza della sua tenuta da un commando di almeno 5 banditi dall'accento straniero che ha fatto razzia di orologi, gioielli e denaro custodito in casa. L'ex fantasista della nazionale solo dopo 40 minuti riesce a liberarsi sfondando la porta e a chiamare i carabinieri. A permettere di entrare nell'abitazione il sistema di allarme disattivato e le finestre aperte. «Era ancora giorno, stavamo guardando la partita Italia - Spagna degli europei - spiega Baggio attraverso lo storico manager Vittorio Petrone -. C'erano persone che entravano e uscivano altrimenti non sarebbe successo».

Bottino di almeno mezzo milione di euro, secondo le prime stime, per i rapinatori che si sono dileguati per le campagne del comune Veneto dove risiede l'ex azzurro assieme alla moglie e ai tre figli. Colpito in fronte dal calcio di una pistola, Baggio è stato medicato al pronto soccorso dove i medici gli hanno applicato alcuni punti di sutura. A indagare i carabinieri di Vicenza. Gli inquirenti stanno visionando le immagini delle telecamere di sorveglianza, sia del casale dell'ex calciatore che della zona per individuare i mezzi utilizzati per la rapina. Un'azione studiata da tempo e nei minimi particolari, pianificata con sopralluoghi, pedinamenti e precise informazioni tanto che non si esclude la presenza di una talpa.

Secondo una prima ricostruzione il commando irrompe in casa poco prima delle 22. Poche parole in un italiano stentato e in due si avventano su Baggio che tenta una reazione mentre gli altri tengono sotto tiro il resto della famiglia. La risposta è un colpo alla testa che stordisce il campione e lo fa cadere a terra. Pistole puntate, i criminali costringono Baggio, sua moglie Andreina, i figli e la suocera a entrare in una stanza senza finestre che viene chiusa a chiave. Non ci vuole molto a razziare preziosi e gioielli, tra cui una collezione di orologi. E a scomparire nel nulla. Una brutta avventura difficile da dimenticare per il «pallone d'oro» di Caldogno e i suoi cari. «Ringraziamo tutti per il grande affetto che stiamo ricevendo. Le manifestazioni di solidarietà non sono mancate. A livello fisico ho dei lividi e punti di sutura, sono episodi che rimangono nella memoria. Resta da superare la paura e lo spavento», racconta Baggio attraverso Petrone. «Gli inquirenti stanno lavorando - spiega il manager - vedremo cosa accadrà. All'interno della casa vi sono i migliori sistemi di allarme notturni possibili, ma essendoci ancora luce il sistema non era azionato. Questo episodio ci porterà a migliorare la sicurezza diurna, per far sì che queste cose non possano più ripetersi, anche perché non è l'unico caso. Era un commando ben preparato e attrezzato, erano mascherati e portavano dei guanti neri. Parliamo di gente che ha ben studiato la cosa. Queste vicende lasciano ferite enormi, ma sono certo che Roberto e la sua famiglia supereranno anche questo».

Immediata l'ondata di affetto che si è sollevata nei confronti di uno degli sportivi italiani più rappresentativi e amati di sempre. «Esprimo vicinanza e solidarietà a Roberto Baggio e ai suoi familiari.

Sono certo di potergli inviare l'abbraccio di tutti i veneti che ha fatto sognare con la sua abilità ineguagliabile sull'erba dei campi internazionali», le parole del presidente della Regione Veneto, Luca Zaia. «Siamo letteralmente sotto choc» si legge su un post del gruppo «Serie A Operazione Nostalgia».

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