Bari si arrende agli stranieri Così Gesù nasce in anticipo

La curia sposta alle 18.30 la tradizionale funzione di mezzanotte a causa del coprifuoco dovuto agli immigrati

Bari si arrende agli stranieri Così Gesù nasce in anticipo

La messa notturna si farà, ma di pomeriggio; la celebrazione della vigilia di Natale non sarà annullata, ma i fedeli dovranno ritrovarsi in chiesa in anticipo: non a mezzanotte, ma alle 18,30. Accade a Bari, nella parrocchia di Santa Cecilia del quartiere Libertà, dove il coprifuoco non è un modo di dire o una parola importata da luoghi lontani, ma piuttosto una realtà quotidiana e drammaticamente attuale, scolpita tra strade dissestate e palazzi fatiscenti ammassati uno sull'altro in questo rione che sfiora i sessantamila abitanti.

Qui, non molto distante dal centro ma così inesorabilmente lontano dalle boutique già addobbate a festa, il clima di terrore provocato dall'escalation criminale scatenata da clan italiani e africani si respira nell'aria. E condiziona anche il Natale. Al punto che, dopo l'annuncio della cancellazione della messa notturna del 24 dicembre, sono stati costretti a intervenire il sindaco Pd nonché presidente dell'Anci, Antonio Decaro, e l'arcivescovo Francesco Cacucci. Alla fine, dopo un vorticoso giro di appelli e telefonate, la messa si terrà ma sarà anticipata: non sarà quindi la tradizionale veglia notturna nell'appuntamento più importante per la cristianità, ma una celebrazione pomeridiana. «Inutile nascondere che ci sono preoccupazioni particolari», spiega in un'intervista al Corriere del Mezzogiorno il parroco, don Vincenzo Auciello. Il quale aggiunge: «A quell'ora vengono sparati fuochi e botti, gli anziani hanno paura e poi le famiglie che hanno bambini magari preferiscono rimanere in casa e ricordare la nascita di Gesù in famiglia».

Il sacerdote mantiene toni pacati, assicura che «non c'è nessun problema» e rivela di aver spiegato tutto a monsignor Cacucci. Ma la questione è tutt'altro che chiusa in un quartiere multietnico divenuto un'autentica polveriera, in cui gli affari criminali si mescolano al disagio sociale. Questo è il rione dove è forte la presenza dei clan che compongono la frastagliata galassia della mafia barese, cosche dal grilletto facile che contano su decine di soldati-ragazzini e gestiscono usura, spaccio di droga, estorsioni; ma sempre qui hanno trovato posto migliaia di immigrati, tra cui frange di una criminalità internazionale che lucra col traffico di essere umani e lo sfruttamento della prostituzione: provengono dall'Africa, sono in maggioranza nigeriani, vivono ammassati in case alveari affittate e subaffittate un istante dopo, garage e tuguri trasformati in abitazioni e messi a disposizione da proprietari compiacenti pronti a chiudere un occhio pur di incassare tanto e subito. E soprattutto in nero.

Per queste vie tortuose assediate da rifiuti e cemento, che paradossalmente costeggiano quello che dovrebbe essere un baluardo di legalità come il palazzo di giustizia, i timori si rincorrono da tempo. Ma negli ultimi mesi la situazione è diventata ancora più preoccupante: l'integrazione è rimasta un miraggio da campagna elettorale così come il rafforzamento dei controlli. Che infatti non c'è mai stato. A nulla sono valsi gli appelli di chi vive nel quartiere da generazioni, gente che ogni giorno denuncia l'occupazione di cortili interni e le risse a colpi di machete, la presenza di gruppi di ubriachi armati di bastone e la devastazione dell'unico giardino pubblico, il mercato degli alloggi e quello degli alcolici venduti a prezzi stracciati in scantinati fatiscenti. Uno scenario in cui le parrocchie, ancore di salvezza in un mare di disperazione e artifici di un welfare silenzioso e imprescindibile in una città nella città in cui manca tutto, si ritrovano in trincea. Come la chiesa di San Carlo Borromeo, dove qualche notte fa c'è stata un'incursione di vandali a poche ore dalla visita del sindaco, che aveva annunciato un piano di riqualificazione. Ma in attesa che i progetti diventino realtà, l'unica certezza è la paura.

E mentre in centro si lavora a pieno ritmo per rimettere a nuovo via

Sparano, storico salotto griffato dello shopping di lusso su cui la giunta ha investito tempo e denaro, a una manciata di isolati le strade del quartiere Libertà si spopolano appena cala il buio. Anche se è la notte di Natale.

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