"Basta barricate filo Hamas, noi vogliamo studiare". E alla Statale si levano le tende

La "maggioranza silenziosa" di studenti e prof. "L'illegalità è interruzione di pubblico servizio"

"Basta barricate filo Hamas, noi vogliamo studiare". E alla Statale si levano le tende
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«Basta illegalità negli atenei». Dopo le occupazioni, le accampate e i sermoni, dopo le intimidazioni, i ricatti e gli scontri, la maggioranza silenziosa dice «basta».

Mentre si concretizza il pericolo di infiltrazioni nei gruppi di protesta, una bella fetta di studenti e professori si ribella alle barricate nei cortili universitari e alla narrazione anti-Israele (o direttamente pro Hamas) che fa capolino nei palazzi.

Una cinquantina di professori scrive alla presidente della Conferenza dei rettori e contesta alcuni punti del documento adottato dalla Crui. La lettera non ignora il dramma di Gaza, ma prova a introdurre elementi critici sul mondo accademico palestinese, che certo non è esente dal un «controllo totalitario». Denuncia inoltre il «dilagante antisemitismo» in Italia e ricorda che «il clima che ha investito da mesi le università» comprende il «favoreggiamento di forme di illegalità da parte di gruppi minoritari che, impedendo a docenti e studenti l'accesso alle facoltà, hanno causato l'interruzione del pubblico servizio cui l'università è tenuta ad adempiere». Anche gli studenti che non vivono in tenda (la maggioranza) non ne possono più, e con un manifesto, si ribellano alla prepotenza dei pochi militanti. È stato uno di loro, uno studente come tanti, a scrivere il documento, sottoscritto e portato ieri in Senato accademico alla Statale di Milano, mentre gli estremisti barricavano l'ingresso dell'ateneo (nella foto) prima di levare le tende. «Non vogliamo e non possiamo assistere inermi ai danni che una minoranza violenta sta facendo alla nostra università - si legge- noi vogliamo studiare». «Studenti per le libertà», «Universitari liberali» e «Siamo futuro» e Ugei. Queste le sigle che hanno unito le loro voci per dire «basta» all'illegalità e all'intolleranza». Il manifesto si riferisce alla «occupazione abusiva» degli atenei di Milano, ma vale anche per gli altri. Ribadisce il «no» al boicottaggio di Israele. «Non possiamo permettere che gli atenei cadano ostaggio di una minoranza violenta e ostile agli studenti israeliani ed ebrei. Le università devono tornare ad essere un luogo sicuro per tutti» commenta Luca Spizzichino, presidente dell'Unione dei giovani ebrei d'Italia. «L'occupazione illegale degli spazi di studio ad opera di una minoranza violenta non può e non deve diventare la nuova normalità delle nostre università» dicevano le quattro sigle, chiedendo al rettore Elio Franzini di «prendere ferma posizione contro le persistenti illegalità». «Chiediamo che venga ripristinato l'ordine e la legalità all'interno dell'ateneo» ha spiegato Luca Palmegiani, responsabile «Studenti per la Libertà». Alla fine hanno avuto soddisfazione, almeno a Milano: occupazione finita, almeno per ora.

Al ministero dell'Università, intanto, i documenti sono stati letti e si ritiene che meritino

«attenzione e ascolto». «Posizioni più che legittime». Il Mur, insomma, è pronto a sostenere tutte le azioni che i rettori e il Viminale (che ne ha competenza) metteranno in atto per liberare gli spazi e restituirli agli studenti.

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