Una passeggiata che ricorda quella di Ariel Sharon del settembre 2000. Il neoministro per la sicurezza nazionale Itamar Ben-Gvir è andato ieri mattina sul Monte del Tempio, per i musulmani la Spianata delle Moschee. «Una sfida seria per i sentimenti di tutto il nostro popolo: tali incursioni mirano a trasformare la moschea di Al-Aqsa in un tempio ebraico, il che costituisce una violazione di tutte le leggi internazionali», ha affermato il premier palestinese Muhammad Shtayyeh. Ben-Gvir, leader del partito di estrema destra Otzmà Yehudit, ha voluto celebrare così la ricorrenza ebraica del 10 di Tevet, che commemora l'inizio dell'assedio babilonese a Gerusalemme. Un riferimento biblico per sottolineare che «il Monte del Tempio è il luogo più importante per il popolo di Israele». L'Autorità nazionale palestinese teme però che il nuovo governo di Israele progetti un cambiamento nello status della Spianata. E ha subito condannato l'iniziativa: «una provocazione senza precedenti e pericolosa». Lo ha ribadito pure Nabil Abu Rudeineh, portavoce dell'Anp e del presidente Abu Mazen, che ha poi sottolineato: il gesto è come «una dichiarazione di guerra».
Fin da subito Ben-Gvir ha chiesto una linea più dura nei confronti dei palestinesi e le tensioni sono aumentate con l'avvento, giovedì scorso, del nuovo governo di Israele guidato da Benjamin Netanyahu. La visita è stato il primo atto pubblico del ministro. Il sito si trova in cima alla collina nella città vecchia di Gerusalemme ed è il luogo più sacro del giudaismo e il terzo più sacro dell'Islam. Per gli ebrei qui sorgeva il Tempio di Salomone, mentre per i musulmani è il luogo dell'ascesa al cielo di Maometto e ospita la moschea di al-Aqsa e la Cupola della Roccia. Ebrei e altri non musulmani possono recarsi nel complesso ma non pregare, anche se i palestinesi ritengono che le visite frequenti degli ebrei siano tentativi di cambiare il delicato status quo. Israele è responsabile per la sicurezza della struttura, ma la gestione dei luoghi sacri è competenza del Waqf, una fondazione legata alla monarchia della Giordania.
Ben-Gvir ha affermato da tempo di voler apportare una modifica alle regole per consentire il culto ebraico nel sito. «Il Monte del Tempio è aperto a tutti», ha twittato, accompagnato da una sua fotografia con la Cupola dorata della Roccia sullo sfondo. Prima delle scorse elezioni di novembre Ben-Gvir aveva affermato che avrebbe chiesto a Netanyahu di introdurre «pari diritti per gli ebrei». Ma una clausola negli accordi di coalizione afferma che lo status quo «per quanto riguarda i luoghi santi» sarà lasciato intatto. Ora i custodi giordani accusano Ben-Gvir di «aver assaltato la Spianata» e di «averne violato la santità». Anche la reazione di Hamas è stata dura: la passeggiata di Ben-Gvir è un «crimine» e il sito «rimarrà palestinese, arabo, islamico». E in un suo tweet Ben-Gvir ha invece inviato un messaggio al movimento islamico: «Nessun governo israeliano di cui faccio parte si inchinerà a un'organizzazione terroristica spregevole e omicida».
Le tensioni tra Israele e palestinesi sono sfociate in violenze nel sito già nel maggio 2021. Da lì il via a un conflitto di 11 giorni con Israele.
Ma anche in passato la visita al luogo sacro nel 2000 da parte di Ariel Sharon fece infuriare i palestinesi e portò alla Seconda Intifada. Tutto questo avviene mentre un palestinese di 15 anni, Adam Ayad, è rimasto ucciso nel campo profughi di Deheishe vicino a Betlemme. È già la terza vittima nelle ultime 24 ore.
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