Una violenta lite in casa tra padre e figlio. Il 35enne che sferra ripetutamente un coltello nel petto dell'anziano, uccidendolo sul colpo. È una tragedia familiare che si consuma sabato sera, poco dopo l'ora di cena e la cronaca arriva dalla Bergamasca, che quest'anno ha più volte fatto da teatro di omicidi e femminicidi. Questa volta tutto accade a Nembro, in Val Seriana: Matteo Lombardini, giovane che soffre da tempo di problemi psichici, inizia a litigare con il padre Giuseppe, di 72 anni. In casa c'è anche la madre del 35enne. Gli animi si scaldano, vola qualche parola grossa, in un attimo il giovane afferra un coltello dalla cucina e si accanisce sull'anziano. La donna prova a difendere il marito ma viene aggredita. Il 72enne muore sul colpo, mentre la moglie viene ferita gravemente anche se non sarebbe in pericolo di vita. Le urla di terrore e dolore allertano i vicini di casa, che lanciano l'allarme.
I carabinieri arrestano il ragazzo, che era in cura per un disagio psichico e che secondo indiscrezioni già in passato avrebbe aggredito i genitori. Il 35enne è stato trasferito in ospedale, sotto il controllo medico e delle forze dell'ordine. Intanto la vicenda ha scosso tutta la Bergamasca e ancora una volta interroga le comunità. Umberto Gaibotti ucciso dal figlio, Stefania Rota dal cugino, la lite tra fratelli a Mozzo: sono gli omicidi «bergamaschi» consumati in famiglia solo quest'anno. Interpellata per commentare l'escalation di omicidi sul territorio Emi Bondi, presidente della società italiana di psichiatria e direttore del dipartimento di salute mentale dell'ospedale Papa Giovanni di Bergamo, così si era espressa: «La maggioranza degli omicidi viene commessa tra persone che hanno legami affettivi.
Di solito sono delitti che hanno un'elevata componente emotiva e passionale, del resto le emozioni e i sentimenti più forti si sperimentano in famiglia. E quando c'è discontrollo sull'emotività e gli stati d'animo, chi è più vicino rischia di trasformarsi in un bersaglio».
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