Berlusconi apre al Pd "ma solo sulle riforme"

Il leader di Fi: niente inciuci, il governo favorisca una nuova legge elettorale per votare al più presto

Berlusconi apre al Pd "ma solo sulle riforme"

Roma Berlusconi vede le urne all'orizzonte ma tende la mano al Pd su riforme e legge elettorale. Un po' a sorpresa, visto l'affaire Vivendi, il Cavaliere si fa sentire in ambito politico. In un messaggio a Sandra Savino, coordinatrice di Forza Italia in Friuli Venezia Giulia, puntualizza la linea: l'inciucio con il Pd non è possibile ma siamo pronti a sederci a un tavolo per scrivere la legge elettorale e dar vita a una nuova stagione di riforme costituzionali. «Dopo le dimissioni di Renzi abbiamo un governo molto simile al precedente, frutto della maggioranza della quale il Pd gode in Parlamento. A tale governo ovviamente noi non potevamo partecipare né collaborare - scrive l'ex premier -: siamo invece molto interessati a collaborare a una nuova stagione di riforme costituzionali vere e, nell'immediato, a una riforma della legge elettorale che consenta agli italiani di votare il più presto possibile, con nuove regole che garantiscano un'effettiva corrispondenza fra maggioranza parlamentare e di governo e maggioranza degli elettori». Non entra nel merito del sistema elettorale migliore ma Berlusconi spiega: «In un sistema multipolare come quello in cui ci troviamo, è l'unico metodo per evitare di approfondire il solco fra politica, istituzioni e cittadini». Ecco, poi, la speranza: «Dal governo Gentiloni e dal Pd ci aspettiamo che facilitino in sede parlamentare questo processo per arrivare ad una legge condivisa, nel comune interesse di garantire il funzionamento della vita democratica, pur nelle divergenti visioni politiche e programmatiche». Tuttavia il Cavaliere non pensa che questo governo possa durare molto a lungo: «Dobbiamo comunque prepararci al voto - arringa gli azzurri -, non lontano in sede regionale come in sede nazionale. Forza Italia si candida a vincere e a governare».

Certo, Forza Italia deve risalire la china. Ma l'ex premier ci crede: «Riportare Forza Italia ad essere il primo partito del centrodestra è un risultato importante, che premia il vostro impegno, la vostra dedizione, il vostro entusiasmo. Ancora più significativo è il fatto di aver riconquistato città importanti del Friuli Venezia Giulia, a cominciare da Trieste e Pordenone, ma anche avere strappato alla sinistra una roccaforte come Monfalcone e avere confermato al centrodestra un centro importante come Codroipo - prosegue -. Questi sono tutti risultati dei quali potere essere fieri. Dimostrano che in Friuli Venezia Giulia il vento è cambiato, e che ci sono le condizioni per riconquistare la Regione, una regione oggi guidata da uno dei più importanti esponenti del Pd di Renzi».

Escluso il passo indietro, anzi: «Il mio impegno, la mia promessa, è di essere lì a preparare con Sandra e con tutti voi le prossime battaglie politiche». Ma proprio dal Friuli Venezia Giulia arriva il primo paletto piantato dall'alleato leghista.

«Il prossimo governatore, che ama davvero la sua terra e la sua gente e farà dimenticare i disastri della romana Serracchiani, sarà Massimiliano Fedriga», annuncia subito Salvini lanciando la candidatura del suo giovane capogruppo alla Camera. Ma per trovare l'accordo sulle candidature ci sarà ancora tempo.

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