Berlusconi e Salvini al telefono con Mattarella. "Ora patto per un nuovo governo"

Berlusconi e Salvini sentono il presidente della Repubblica, poi il Cav chiama Draghi. Il centrodestra di governo compatto chiede un nuovo esecutivo senza il Movimento 5 Stelle

Berlusconi e Salvini al telefono con Mattarella. "Ora patto per un nuovo governo"

Dopo la proposta del centrodestra di governo su un "patto" per un nuovo esecutivo senza il Movimento 5 Stelle, Silvio Berlusconi e Matteo Salvini hanno sentito al telefono il presidente Sergio Mattarella. Il leader di Forza Italia ha parlato anche con il premier Mario Draghi per informarlo della posizione di Forza Italia e del centrodestra. L’ex presidente della Bce è tornato a Palazzo Chigi e poi si è ripresentato nuovamente in Aula per la replica ai partiti.

Dopo aver chiarito alcuni punti evidenziati durante il dibattito, in particolare sull'accusa di voler prendere "pieni poteri", sul reddito di cittadinanza e sul superbonus, ha chiesto la fiducia sulla risoluzione presentata da Pier Ferdinando Casini, quella che sostanzialmente "approva" le comunicazioni di stamattina. Una sfida al centrodestra di governo che prima che il premier tornasse a Palazzo Madama aveva chiarito che avrebbe votato soltanto la risoluzione depositata da Roberto Calderoli, Massimiliano Romeo, Anna Maria Bernini e Antonio De Poli, che chiede l’uscita del M5S dalla maggioranza.

Ormai, infatti, non è un mistero che il discorso di Draghi non ha soddisfatto Forza Italia e Lega. E dopo la conclusione del vertice a Villa Grande, non a caso, era stato diramato un comunicato in cui si metteva nero su bianco che i senatori "voteranno soltanto la propria risoluzione". Quella "che chiede un patto per un nuovo governo, profondamente rinnovato, guidato ancora da Mario Draghi e senza il Movimento 5 Stelle".

Nel documento viene rilevato come "tra i rappresentanti delle forze politiche facenti parte della compagine governativa siano compresi esclusivamente quelli espressione dei partiti che hanno votato a favore della fiducia lo scorso 14 luglio", che si ritiene "essenziale e non rinviabile una netta discontinuità nelle politiche e nella composizione dell'esecutivo". "Il centrodestra è unito per il bene del Paese", aveva detto il leader leghista Matteo Salvini prima di rientrare in Senato. In queste ore, fanno sapere dal partito, ha sentito ripetutamente anche Giorgia Meloni.

Un Draghi Bis, però, al momento è escluso, come del resto ha chiarito anche il premier. Una delle voci che si rincorrono in queste ore è quella di un possibile accordo sulla sostituzione dei ministri pentastellati, in primis Stefano Patuanelli, nel caso in cui il Movimento 5 Stelle non dovessero dare la fiducia sulla risoluzione del senatore Casini. L'orientamento, per ora, tra i grillini, sembra essere questo. Era stata proprio la Lega ieri a parlare della necessità di sostituire anche Lamorgese e Speranza, considerati "inadatti a proseguire".

Fonti della coalizione, intanto, hanno annunciato che non ci sarà il proprio voto sulla risoluzione di Casini, l'unica su cui Draghi ha chiesto ai parlamentari di esprimersi, rifiutando di accogliere le proposte del centrodestra e stroncando quindi le possibilità di mediazione.

Anche il Movimento 5 stelle sarebbe sempre più vicino all'opzione dell'astensione. La prospettiva che si aprirebbe, quindi, potrebbe essere quella di un governo tecnico che traghetti il Paese fino alle urne.

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