Berlusconi: "Futuro della Ue a rischio". E punta su Draghi: "Farebbe ripartire l'Italia"

Il Cav vuole abbassare il tono delle polemiche politiche: "Siamo in guerra e in guerra ci si stringe intorno a chi ha la responsabilità di decidere"

Berlusconi: "Futuro della Ue a rischio". E punta su Draghi: "Farebbe ripartire l'Italia"

Rimandare alla fine dell'emergenza il momento delle critiche: questa la posizione espressa da Silvio Berlusconi, che ha richiamato al senso di unità in occasione di quello che ormai viene considerato un vero e proprio periodo di guerra. Il Cav ha sottolineato che resterà un oppositore del governo Conte, "verso il quale non posso che ribadire le critiche che abbiamo mosso fin dal giorno del suo insediamento", ma questa discussione dovrà essere posticipata poiché al momento vi sono tante famiglie che "piangono i loro morti" e medici e infermieri che "rischiano la vita". Perciò ha sottolineato: "Siamo in guerra e in guerra ci si stringe intorno a chi ha la responsabilità di decidere". E in tutto ciò il futuro dell'Unione europea "è a rischio".

Nell'intervista rilasciata a La Repubblica, il presidente di Forza Italia ha parlato anche dell'ipotesi di un governo guidato da Mario Draghi, considerato una figura con "competenza e autorevolezza" che potrebbe risultare molto utile "per attenuare gli effetti minacciosi della recessione e far ripartire l’Italia". Va infatti preso atto che è stato lo stesso ex presidente del Consiglio a volerlo prima alla guida della Banca d'Italia e poi della Bce: "Pur contro il parere della Germania, sapevo che avrebbe agito responsabilmente, con rigore ma anche con flessibilità, usando tutti gli strumenti necessari per contrastare le situazioni di crisi".

"Lavorare insieme"

Al centro del colloquio anche le difficoltà di riuscire a governare in una situazione così difficile: "Proprio per aver governato molti anni, non mi sfuggono le difficoltà in un momento così drammatico". Sulla base di questa considerazione sarebbe stato meglio fare "appello in modo esplicito, in Parlamento, all’opposizione e ai suoi componenti più esperti per collaborare nell’emergenza". Anche perché collaborare non significa "venire informati delle decisioni prese", ma lavorare insieme "per costruire delle decisioni migliori".

Proprio la scorsa settimana Berlusconi aveva ribadito l'importanza della collaborazione istituzionale, che vuol dire fare delle scelte "in modo condiviso" e non essere informati "di decisioni già prese, come è avvenuto finora".

Effettivamente all'esecutivo è stato criticato a più riprese anche l'aspetto della comunicazione: i giallorossi non sono "persone con esperienza, con competenza, con un passato adeguato". Requisiti invece indispensabili per guidare un Paese, soprattutto in vista del post-emergenza: bisognerà subito sostenere imprese e lavoro, con ricette economiche precise ed efficaci.

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