Il governo Draghi impone al Pd e alla Lega una coabitazione inedita e probabilmente complicata, viste le notevoli divergenze programmatiche. A tal proposito abbiamo chiesto alla deputata del Pd, Laura Bordini, e al capogruppo della Lega in Senato, Massimiliano Romeo di affrontare il tema immigrazione.
Cosa ne pensa della nascita del governo Draghi?
Boldrini: "Si tratta di un Governo che nasce dall’appello rivolto dal presidente della Repubblica Mattarella in un momento di emergenza sanitaria ed economica, a cui i partiti, responsabilmente, hanno risposto. Non si tratta della formazione di una maggioranza politica ma di affrontare questioni come la crisi sanitaria, la campagna vaccinale, l’investimento delle risorse europee del Recovery Plan, la scadenza della cassa integrazione a marzo. Non c’era tempo da perdere, e non ce n'è neanche ora".
Romeo: “Penso che la politica abbia l'occasione di mettere da parte tutte le divisioni, i litigi e le varie tifoserie e unire le forze per portar il Paese fuori da una situazione drammatica sia dal punto di vista sanitario sia economico. È un'occasione a lui la Lega, con responsabilità, ha detto sì perché è ciò che in questo momento i cittadini ci chiedono”.
Crede che Lega e Pd riusciranno a trovare un punto d'incontro sull'immigrazione?
Boldrini: "Questo Governo, che ha una base parlamentare così allargata ed estesa, deve darsi un perimetro chiaro di programma: mettere in campo interventi legati alla crisi pandemica che viviamo, trovando una sintesi fra posizioni diverse per il bene del Paese. Per quanto riguarda il resto dei temi, deve a mio avviso valere la dialettica e il confronto in Aula senza vincolo di maggioranza. Sull’immigrazione, vale il Decreto recentemente approvato che manda in soffitta i cosiddetti Decreti Salvini. Ed io dico: per fortuna!".
Romeo: “Entrambi resteremo sulle nostre posizioni però, in questa fase particolare in cui vanno unite le forze, il rispetto del quadro delle norme europee potrebbe essere un buon punto di incontro. L'immigrazione è un fenomeno che deve essere governato e non subìto come fanno Germania, Francia e Spagna. Ricordiamoci, infatti, che i confini dell'Italia sono anche quelli dell'Europa”.
Salvini ha chiesto un cambio di passo sul tema immigrazione e ha proposto di adottare un modello europeo. Lei sarebbe favorevole?
Boldrini: "Ho sempre sostenuto che la materia dell’immigrazione debba essere gestita a livello europeo. Si deve però sapere che, oggi, ogni stato membro ha la sua propria politica migratoria e quindi le istituzioni europee hanno poteri limitati. Salvini ha anche portato ad esempio il caso della Germania. Voglio ricordare che la Germania guidata dalla cancelliera Merkel ha investito risorse imponenti sull’integrazione dei rifugiati. Nel 2015 il Paese ha dato asilo a un milione e 200 mila siriani, prevendendo l’investimento di 20 miliardi l’anno per cinque anni per favorirne l’integrazione (corsi di lingua, di formazione, casa). Insomma l’esatto contrario della politica di Salvini quando era ministro dell’Interno. I suoi decreti hanno infatti smontato la rete della accoglienza diffusa sui territori e, abolendo il permesso di soggiorno per motivi umanitari e impedendo l’iscrizione anagrafica da parte dei Comuni, hanno reso invisibili centinaia di migliaia di migranti. Di fatto aumentando l’insicurezza. Se quando parla di Germania Salvini intende quello di cui ho parlato adesso, che dire? Anche sul tema immigrazione, dopo quello dell’europeismo, ha compiuto una stupefacente inversione ad U. A mio avviso assolutamente non credibile: mi sembra molto un riposizionamento per convenienza".
Romeo: “Sì, basti pensare a quel che succede in Francia dove gli immigrati irregolari vengono respinti a Ventimiglia, mentre la Germania ce ne rimanda indietro alcuni. Ma non solo. Anche la Spagna ha adottato una linea molto dura. Macron ha persino chiesto la revisione del Trattato di Schengen per contrastare meglio l'immigrazione clandestina e le infiltrazioni terroristiche. Questi sono i modelli che chiediamo di seguire e, in sostanza, di stare in linea con quel che fanno gli altri Paesi europei. Poi è chiaro che, se Salvini chiede un cambio di passo, la Lamorgese non potrà fare le stesse cose che faceva col governo giallorosso perché oggi è in un governo dove ci sono anche Lega e Forza Italia e, quindi, la politica sull'immigrazione va riequilibrata in questa direzione”.
Come si concilia l'esigenza di salvaguardare la salute degli italiani con la necessità di accogliere i migranti che fuggono da Paesi in guerra o dalla povertà?
Boldrini: "Devo contestare il luogo comune secondo cui la presenza dei migranti comporti un potenziale pericolo per la nostra salute per un aumento dei contagi. Ricordo uno studio di questa estate che parlava di una percentuale di positivi nella popolazione migrante pari all’1,5%. Per altro l’arrivo, anche quando avviene via mare in modo irregolare, comporta un controllo sanitario stringente da parte dell’autorità italiane che ne organizzano lo sbarco. Accogliere dunque non significa rischiare la nostra salute. Inoltre non possiamo dimenticare che il lavoro di cura e assistenza quotidiane nelle nostre famiglie viene spesso svolto da lavoratori e lavoratrici migranti che sopperiscono alle carenze del welfare".
Romeo: “Sarebbe più opportuno evitare che gli immigrati sbarchino a centinaia tutti i giorni e siano liberi di circolare nel nostro territorio senza mascherine e senza controlli. In un momento di pandemia così drammatico, i controlli dei confini diventano ulteriormente importanti. Serve una gestione equilibrata e che tutti rispettino le regole. Non possiamo più assistere a certe scene che abbiamo visto al momento degli sbarchi. Le regole devono valere per tutti”.
L'Ue come dovrebbe agire per evitare gli errori del passato?
Boldrini: "L’Ue ha dimostrato un cambio radicale delle sue politiche mettendo a disposizione risorse e misure economiche espansive impensabili. Solo all’Italia 209 miliardi di euro. Per la prima volta si è assistito poi al tentativo di coordinare una risposta sanitaria comune. In poche parole nell’ultimo anno l’Ue ha dato più risultati a sostegno dei bisogni delle cittadine e dei cittadini di quanto abbia fatto negli ultimi 20 anni. Così facendo sono venuti meno molti argomenti di critica dei sovranisti, tanto che oggi assistiamo a queste improbabili conversioni europeiste. Spero che questa pandemia faccia capire a tutti l’importanza di realizzare una maggiore integrazione politica europea. Solo attraverso una cessione di sovranità nazionale si potranno rafforzare l’Europa e le sue istituzioni, in modo da dare, anche in futuro, risposte efficaci in circostanze difficili".
Romeo: “L'Unione Europea dovrebbe aiutare e collaborare di più
nella redistribuzione degli immigrati, sia quelli economici sia coloro che chiedono l'asilo politico. Si deve cercare di fare una politica comune, cercando di non lasciare l'Italia sola com'è avvenuto negli ultimi anni”.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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