Bibi: basta aiuti a Gaza, ostaggi liberi

Israele blocca i convogli umanitari, protesta l'Onu. Netanyahu: "Pronti per la fase 2"

Bibi: basta aiuti a Gaza, ostaggi liberi
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Israele sospende gli aiuti a Gaza di fronte al rifiuto di Hamas di estendere la fase uno dell'accordo sul cessate il fuoco. E minaccia «ulteriori conseguenze» e un ritorno alla guerra. I colloqui al Cairo sono ancora in stallo e Benjamin Netanyahu ha precisato che Tel Aviv non si sta sottraendo al suo impegno di negoziare la seconda fase.

Poi ha spiegato che l'inviato americano in Medio Oriente Steve Witkoff ha proposto l'estensione della prima fase dopo aver capito che non c'era modo di colmare le posizioni tra lo Stato ebraico e Hamas sul passaggio alla fase successiva. Infine il premier israeliano ha chiarito che «Witkoff ha definito la sua proposta come un corridoio per i negoziati. Siamo pronti». Hamas ha però fatto notare che «Israele si sottrae ripetutamente agli accordi firmati e continua a eludere l'adempimento dei suoi impegni sul cessate il fuoco. Questa manipolazione in corso non restituirà i rapiti alle loro famiglie, ma al contrario, metterà in pericolo le loro vite, se non si esercita pressione su Tel Aviv affinché rispetti i suoi obblighi». E ha concluso: «L'unico modo per raggiungere la stabilità nella regione e liberare i sequestrati è completare l'accordo, iniziando con l'attuazione della seconda fase».

La principale pressione però, in questo momento è sulla stessa Hamas, con l'interruzione dei convogli di aiuti. Netanyahu ha chiarito che «a Gaza non ci saranno pasti gratis. Se Hamas pensa che sia possibile continuare il cessate il fuoco o godere delle condizioni della fase uno dell'accordo senza che otteniamo gli ostaggi, si sbaglia di grosso». Il gruppo islamista ha invece puntualizzato che «la decisione di Netanyahu di interrompere gli aiuti sta ancora una volta confermando il suo disprezzo per le leggi internazionali». Ha poi aggiunto che «fermarne l'ingresso significa far morire di fame i residenti della Striscia». Tel Aviv ritiene però che nelle ultime settimane siano arrivati a Gaza aiuti umanitari sufficienti per quattro mesi. Non è dello stesso parere l'Ue, che ha intimato: «Gli aiuti umanitari a Gaza devono continuare». La situazione dunque è critica. Il ministero della sanità del movimento islamista ha pure fatto sapere che negli ospedali di Gaza sono arrivati i corpi di quattro persone e sei feriti e ha aggiunto che dall'annuncio del cessate il fuoco sono stati uccisi 116 palestinesi.

La prima fase dell'intesa tra Israele e Hamas, che includeva un'impennata di aiuti umanitari, è scaduta sabato. Tel Aviv aveva fatto sapere di sostenere una proposta per estendere la prima fase fino al Ramadan e alla Pasqua, ovvero il 20 aprile, arrivata dall'amministrazione Trump. Il gruppo islamista ha spiegato di essere disposto a liberare tutti i rapiti rimanenti in una volta nella fase due, ma solo in cambio del rilascio di altri prigionieri palestinesi, di un cessate il fuoco permanente e del ritiro completo delle forze israeliane.

Secondo le informazioni in possesso dallo Stato ebraico, Hamas tiene attualmente 59 ostaggi: fino a 24 vivi e almeno 35 deceduti.

«Siamo determinati a riportarli tutti a casa», ha tuonato Netanyahu. Mentre il ministro degli Esteri egiziano Badr Abdelatty ha sollecitato la «piena attuazione» dell'accordo di cessate il fuoco di Gaza, e ha invitato l'Unione Europea a fare pressione su Israele affinché lo rispetti.

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