Bibi fa fuori Gallant. Sinwar: "Guerra lunga"

Sa'ar nuovo ministro della Difesa, protesta dei parenti degli ostaggi. Monte del Tempio, il nodo dello status

Bibi fa fuori Gallant. Sinwar: "Guerra lunga"
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Il fronte libanese spacca il governo israeliano e il ministro della Difesa Yoav Gallant rischia il posto. Gallant, infatti, si starebbe opponendo all'avvio di una grande operazione militare contro il Libano in questo momento, mentre alcuni vertici delle Forze di difesa israeliane spingerebbero per un'offensiva di terra in modo da creare una zona cuscinetto nel Libano meridionale e il premier Benjamin Netanyahu minaccerebbe ancora una volta di licenziare Gallant. L'emittente pubblica Kan e il notiziario Channel 13 hanno evidenziato entrambi che il capo del Comando settentrionale delle Idf, Gordin, sta facendo pressioni per lanciare un attacco su larga scala, mentre Gallant e il capo di stato maggiore Herzi Halevi sono molto più cauti. Gallant riterrebbe che questo non sia il momento giusto e vorrebbe dare una possibilità agli sforzi per raggiungere una soluzione diplomatica nel Nord e un accordo di cessate il fuoco nella Striscia. Secondo alcuni report, Netanyahu sarebbe pronto a sostituire Gallant con Gideon Sa'ar, leader del partito Nuova Speranza e più volte ministro. La sua nomina, secondo i media, è solo questione di ore.

Ma c'è anche altra carne sul fuoco. Il premier terrà oggi una riunione speciale e potrebbe modificare lo status quo del Monte del Tempio, alla luce delle ripetute dichiarazioni del ministro della Sicurezza Itamar Ben Gvir, secondo cui la preghiera ebraica è ora consentita nel luogo sacro più importante di Gerusalemme, che per i musulmani è la Spianata delle Moschee. La tv Kan ha sottolineato però che i cambiamenti potrebbero portare a un'escalation contro Israele, in un momento già particolarmente incandescente. Il portavoce di Netanyahu però ieri in serata ha rassicurato che «la politica di Israele sul mantenimento dello status quo sul Monte del Tempio (Spianata delle Moschee per i musulmani) non è cambiata e non cambierà».

La diplomazia invece non si ferma e continua a tessere le sue relazioni. È arrivato in Israele l'inviato del presidente Usa Joe Biden per il Medio Oriente Amos Hochstein. Gallant nel suo incontro ha sottolineato: «Serve un'azione contro Hezbollah. È l'unica via per riportare a casa migliaia di sfollati nel Nord». Hochstein dovrebbe incontrare anche Netanyahu, il presidente Isaac Herzog e poi andrà in Libano.

L'alto esponente di Hamas Osama Hamdan nel corso di una intervista ad Al-Jazeera ha fatto sapere: «Sinwar invierà presto un messaggio diretto al popolo palestinese e al mondo». Ha poi spiegato che «il leader dell'ufficio politico del movimento, così come altri nella leadership di Hamas, sono pronti a essere martirizzati mille volte in Palestina». Anche lo stesso Sinwar si è fatto sentire e ha tuonato: «La resistenza sta andando bene, ci siamo preparati per una lunga battaglia». Intanto a Gaza vanno avanti i raid.

L'agenzia di stampa palestinese Wafa ha comunicato che 6 persone sono decedute e diverse altre sono rimaste ferite a causa di un bombardamento di Tel Aviv che domenica sera ha colpito una casa nel quartiere di Zeitoun, nel sudest di Gaza City. Mentre è di almeno dieci morti, tra cui donne e bambini, e 15 feriti il bilancio di un raid israeliano sul campo profughi di al-Nuseirat.

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