Biden rilancia (e fa mea culpa su Trump)

Riparte la campagna. Il leader Usa: "Io vecchio ma lucido. Errore chiamarlo bersaglio"

Biden rilancia (e fa mea culpa su Trump)
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Lo choc per l'attentato a Donald Trump ha imposto una pausa di appena poche ore alla macchina della politica. Mentre a Milwaukee si celebrava il ticket Trump-Vance, Joe Biden ha riacceso i motori della sua campagna ed è volato a Las Vegas, per il primo appuntamento elettorale post Butler. In Nevada, dove il leader democratico nel 2020 vinse con quasi 3 punti di scarto su Trump, i sondaggi indicano ora un possibile successo dei Repubblicani a novembre. Sarebbe la prima volta, in quasi 20 anni. Un segnale delle difficoltà che Biden si trova ad affrontare per rimettere in carreggiata una campagna deragliata malamente dopo la debacle del dibattito tv di Atlanta e sulla quale non sono ancora certificabili gli effetti dell'attentato a Trump.

Biden, dopo l'appello ad «abbassare i toni della retorica» lanciato nel messaggio alla nazione di domenica, deve rinunciare agli attacchi frontali contro il rivale repubblicano e concentrare il suo messaggio sull'azione politica. Non a caso, il ritorno al «campaign trail» è coinciso con l'annuncio di un «Piano casa» per limitare gli aumenti degli affitti, che stanno dissanguando le tasche degli americani più svantaggiati. Un'iniziativa che rischia di essere contestata (e bocciata) nei tribunali, ma che si aggiunge al carnet di politiche sociali con le quali il presidente spera di mantenere i consensi della classe media e dell'elettorato working class che quattro anni fa gli diedero la spinta per arrivare alla Casa Bianca.

Per Biden («Sono vecchio ma lucido», ha detto)il fronte è però duplice. L'attentato di Butler ha silenziato per il momento il dissenso interno, ma le manovre per costringerlo ad abbandonare la corsa continuano dietro le quinte. La Cnn ha rivelato che nei circoli Dem che più contano stanno circolando vari memo compilati da Stanley Greenberg, rispettato sondaggista democratico, che riferiscono di numeri «devastanti» per Biden. L'anziano presidente non avrebbe chance di vittoria e i Democratici a novembre rischierebbero di «perdere tutto», consegnando Congresso e Casa Bianca ai Repubblicani. Mentre i vice Harris e Vance potrebbero presto avere un dibattito pubblico, Biden sa che il tempo stringe ed ecco che Axios svela la contromossa del presidente: accelerare la sua nomina ufficiale come candidato alla Casa Bianca, attraverso una conta virtuale dei delegati da tenersi prima della convention democratica che si aprirà il 19 agosto. Un colpo di mano che gli consentirebbe di presentarsi a Chicago con la corona già in testa, non più attaccabile dai suoi avversari interni. Un piano che sta suscitando le ire dei dissidenti. «La gente è di nuovo arrabbiata. Il movimento per sostituire Biden è di nuovo in marcia», ha detto un deputato Dem a Axios.

Del resto, che non abbia intenzione di farsi da parte, Biden l'ha ribadito nell'intervista trasmessa lunedì sera da Nbc News, nella quale ha riconosciuto di avere commesso un «errore» nell'indicare Trump come un «bersaglio». Ma la responsabilità della retorica infuocata che ha rischiato di fare esplodere l'America è del tycoon, ha detto: «Non sono io quello che ha detto, Voglio essere un dittatore fin dal primo giorno. Non sono io che mi sono rifiutato di accettare il risultato delle elezioni. Non sono io che ho detto che non accetterò automaticamente il risultato di queste elezioni. Non puoi amare il tuo Paese solo quando vinci».

Poi, ha rivelato alcuni dettagli della sua telefonata con Trump dopo l'attentato: «Gli ho detto che ero preoccupato e che volevo essere sicuro delle sue condizioni. Mi ha detto che stava bene e mi ha ringraziato». Quanto all'impatto che il tentativo di assassinio del rivale potrà avere sulle elezioni, Biden ha risposto candidamente: «Non lo so».

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