La mossa è politica. E mira ad un obiettivo abbastanza chiaro, e ovviamente legittimo: riscrivere da capo a piedi il ddl Zan, epurarlo di tutte (o di buona parte) delle frasi contestate e inevitabilmente ritardare l’approvazione della legge finale. Se il testo approvato alla Camera venisse votato a scatola chiusa dalla Commissione prima e dall’Aula poi, in breve tempo la legge potrebbe essere pubblicata in Gazzetta Ufficiale. Ma la Lega e FdI intendono muovere battaglia. E da domani i tempi potrebbero allungarsi.
Ieri Andrea Ostellari, presidente della Commissione giustizia di Palazzo Madama, lo ha detto chiaramente: “Il ddl Zan non si può imporre”, va letto e analizzato con calma, se necessario emendato. E non perché una mattina lui si sia svegliato male o per manie di protagonismo, come adombrato da Fedez dal palco del primo maggio. Ma perché la procedura è questa e lo prevede il regolamento del Senato. Il messaggio, neppure troppo velato, era diretto a M5S e Pd, che avevano provato a forzare la mano ipotizzando di portare direttamente in Aula il testo, aggirando così il presunto ostruzionismo di Ostellari. Una prova di forza che rischia di far traballare la maggioranza e per ora respinta al mittente dal Carroccio, secondo cui si tratterebbe di un “gravissimo precedente”. Forse deleterio per la tenuta dell’esecutivo.
Quel che è certo, per ora, è che giovedì Ostellari incardinerà il ddl Zan, stenderà una relazione su tutti i documenti sul tavolo e poi aprirà la discussione. Seguiranno analisi dei vari articoli, audizioni di esperti ed eventuali voti sugli emendamenti. Tra i testi da studiare ci sarà anche la nuova formulazione leghista, annunciata ieri da Salvini, su cui sta lavorando lo stesso Ostellari. Cosa conterrà? Per ora il documento è quasi segreto, conservato dai maggiorenti del partito di via Bellerio come il “tessoro” del Signore degli Anelli. IlGiornale.it, può, però svelarne alcuni passaggi cruciali. “Il ddl Zan - spiega una fonte - lavora sulla legge Mancino e interviene anche sul diritto di espressione. La nostra invece punterà a creare un’aggravante di alcuni reati ampliando la platea di soggetti che intendiamo proteggere”. L’attenzione verrà posta “dall’orientamento sessuale al più vulnerabile”, una formulazione che nei fatti fa cadere uno dei punti più controversi del ddl Zan: mancherà infatti la definizione di “identità di genere”.
Su questo punto in queste settimane si sono sollevate anche le voci in dissenso di Arcilesbica e alcune associazioni femministe, spaventate dalle implicazioni che può avere la definizione di “identificazione percepita di sé” anche se non “corrispondete al sesso”. “L’identità di genere è un oggetto non definito - ha spiegato la femminista Marina Terragni - e non puoi mettere in una legge penale un oggetto non definito”. Con tutti i rischi che ne conseguono: in California, ad esempio, uno Stato Usa dove il “l'autopercezione del genere” è diventata legge, "ci sono stati 270 detenuti che si sono dichiarati donne e hanno chiesto di andare nel carcere femminile, con il terrore delle detenute”. Mentre in Uk “uno stupratore che si è dichiarato donna” e ha chiesto di cambiare cella.
Infine, il testo leghista non avrà tutta la parte che riguarda “la censura e i reati di opinione” e non prevederà neppure l’istituzione di una giornata contro l’omofobia. L’articolo 7 del ddl, insomma, verrà completamente stralciato.
Niente cerimonie, incontri e iniziative varie a scuola, come adombrato nel ddl Zan, e che era da più parti erano considerate cavalli di Troia per far entrare a scuola ideologia gender e il sostegno all’utero in affitto. Difficile, ovviamente, che Pd e M5S approvino a scatola chiusa la proposta leghista. Ora inizia la battaglia parlamentare.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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