Bonomi striglia Landini: "Basta scioperi ricatto"

Il presidente di Confindustria: "Gli italiani chiedono altro, il governo deve ascoltarci"

Bonomi striglia Landini: "Basta scioperi ricatto"

La minaccia di uno sciopero generale a dicembre torna a dividere industrie e sindacati, mentre prosegue, anche tra i partiti, il braccio di ferro sull'effettiva destinazione dei fondi previsti dalla manovra. «Io ritengo che gli italiani, che hanno dato una grande dimostrazione di educazione civica, di senso della responsabilità in questa campagna contro il virus pandemico, tutto chiedono tranne che di andare in piazza», ha sottolineato il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi dal palco dell'assembla nazionale della Piccola industria dell'associazione tenutasi ieri.

Il riferimento è al leader della Cgil di Maurizio Landini che, in una intervista a La Stampa, ha invece lasciato presagire una mobilitazione generale. «Si crede ancora che il ricatto dello sciopero sia il mezzo per ottenere quello che uno chiede, un mezzo che porta a rifiutare ogni confronto con il resto del mondo del lavoro e poi ci si lamenta. Ecco in questa Italia le soluzioni si trovano insieme, non scioperando», ha proseguito Bonomi: «Gli italiani chiedono di stare uniti, trovare le soluzioni ai problemi, creare più occupazione, dare più reddito, pensare ai giovani e alle donne che hanno una partecipazione molto bassa del mondo del lavoro. Non di andare in piazza. Non è questa la strada giusta». Il momento, come detto, è cruciale per l'efficacia della manovra dopo che i dati Istat sull'occupazione pubblicati in settimana hanno dimostrato come, malgrado una corsa attesa del Pil superiore al 6,1%, sul fronte del lavoro ancora molto ci sia da fare soprattutto per i giovani.

E Bonomi ha insistito sulla ripartizione dei fondi per il taglio delle tasse. I sindacati pensano che ci siano misure a favore più delle imprese che dei lavoratori? Se ci riferiamo agli 8 miliardi di tagli alle tasse ha incalzato Bonomi - «è stato stanziato il fondo ma non è ancora stato deciso» come ripartirlo. Molto probabilmente - dice ancora riferendosi a Landini - non ha ascoltato quello che stiamo dicendo da mesi come Confindustria: vogliamo un taglio contributivo del cuneo fiscale per mettere più soldi in tasca agli italiani e rendere più competitivo il costo del lavoro».

Quanto invece al dl Concorrenza, il presidente di Confindustria apprezza lo sforzo del governo Draghi sulle riforme, «che sono collegate al Pnrr e la concorrenza è fondamentale per rendere più efficiente il mercato e diminuire i costi a favore di cittadini e imprese». Nello stesso provvedimento restano, tuttavia, «alcuni punti molto critici» come la rimborsabilità dei farmaci equivalenti che è stato affrontato «con un approccio troppo ideologico, e produce poi schizofrenia». «Da una parte - sottolinea Bonomi - abbiamo interventi in legge di bilancio che sostengono la ricerca di sviluppo e dall'altra poi ammazziamo i risultati di questa ricerca». Preoccupa poi la norma del dl Infrastrutture sui trasporti eccezionali: «È stato uno scivolone, purtroppo doloroso».

E Bonomi chiosa: «In tutti i provvedimenti sul mondo del lavoro che coinvolgono le imprese, le imprese non vengono ascoltate.

Io credo che ogni tanto bisognerebbe avere anche l'umiltà di ascoltare chi quel mestiere lo fa, magari da qualcuno che non ha mai lavorato un giorno nella sua vita».

Intanto, il dl Concorrenza continua a dividere anche le categorie: i tassisti minacciano il governo con nuove forme di protesta per contrastare le decisioni in fatto di concorrenza e mercato libero con gli Ncc.

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