Da una parte quasi 20 mila emendamenti presentati, che dovrebbero diventare 1.200. Dall'altra le risorse limitatissime lasciate dal ministro dell'Economia ai parlamentari per le modifiche. Erano 800 milioni quando il decreto rilancio è stato varato, ma non è sicuro che ne siano rimasti ora che l'iter di conversione del decreto da 55 miliardi entra nel vivo.
Ieri, prima della scrematura della maggioranza, i fascicoli degli emendamenti assomigliavano molto a un libro dei sogni. Oltre all'ampio capitolo della rottamazione auto, che ha visto la convergenza di partiti di tutte le tendenze, tra gli argomenti più popolari, c'è l'estensione dei bonus per le ristrutturazioni (sisma ed ecobonus) fino al 2022 e anche alle seconde case, sul quale non ci dovrebbero essere problemi. È spuntata anche l'estensione del bonus all'acquisto di nuovi infissi (emendamento del Pd), ma potrebbe non passare.
Misura particolarmente gradita a Confedilizia. Sempre in tema ieri è stata presentata una proposta di modifica firmata M5s, che prevede la possibilità di applicare la cedolare secca con aliquota al 21% ai contratti di affitto commerciali, di negozi o botteghe fino a 600 mq, rinegoziati, rinnovati o stipulati nel 2020. In sostanza si estende la misura già prevista nel 2019, non rinnovata dal governo. Poi una estensione di tre mesi per utilizzare il credito d'imposta pari al 50% dei canoni di locazione a favore dei commercianti o artigiani, con ricavi o compensi non superiori a 5 milioni.
Il rafforzamento dei vari bonus resta al centro dell'attenzione di maggioranza e governo. Il ministro dell'Ambiente Sergio Costa ha annunciato la messa in sicurezza di quello per bici (sconto del 60% sulle bici per un massimo di 500 euro), rimpolpando il fondo da 120 miliardi che rischia di finire in pochi giorni.
Ma il piatto forte degli emendamenti resta l'estensione dei benefici della rottamazione alle autovetture, con la proposta di maggioranza che consiste in un contributo statale fino a 2.000 euro per il 2020 e 1500 euro per il 2021 per chi acquista un nuovo veicolo Euro 6 con qualsiasi tipo di alimentazione e rottama contestualmente un veicolo immatricolato da almeno 10 anni. Il contributo dello Stato è concesso a patto che il venditore riconosca uno sconto pari almeno all'entità del contributo statale per il 2020 e del doppio di quello statale per il 2021. In assenza di rottamazione il contributo si dimezza.
Il capitolo fiscale si annuncia come quello più duro. Una proposta del vicesegretario del Pd Andrea Orlando punta a ridurre gli sgravi Irap previsti dal decreto per le imprese fino a 250 milioni di fatturato, vincolandoli alle perdite. Le maggiori entrate dovrebbero rafforzare il fondo per le Pmi.
Proposta che ha fatto infuriare Italia viva di Matteo Renzi. «Il vicesegretario del Pd fa il gioco delle tre carte e, chiedendo di eliminare il taglio dell'Irap, da un lato dice di voler dare ristoro alle Pmi e dall'altro toglie loro il principale vantaggio fiscale immediato», ha spiegato Sara Moretto, capogruppo Iv in Commissione Attività Produttive alla Camera.
Di segno opposto la proposta di Forza Italia sull'imposta regionale che grava sulle aziende e le attività professionali. Forza Italia, insieme a una «no-tax area» per il sud punta all'azzeramento dell'Irap in tutta Italia. E su questa proposta cerca il sostegno di tutti i partiti sensibili al tema fisco.
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