Mentre ieri all'Angelus Papa Francesco citava indirettamente il Brasile «venerdì in un Paese un morto al minuto. Terribile» il presidente del Paese sudamericano, Jair Bolsonaro, finiva sulle prime pagine di tutti i giornali con un'accusa gravissima: nascondere il numero reale dei morti da Covid 19 che, questa settimana, supereranno le 40mila unità. «Il governo nasconde i dati del coronavirus e vuole ricontare i morti», titolava ieri O Estado de Sao Paulo, «Il Governo Bolsonaro inizia a truccare i dati sul coronavirus», riportava la Folha.
In realtà tutto nasce dalle dichiarazioni di Carlos Wizard, imprenditore scelto la settimana scorsa da Bolsonaro come suo uomo forte al ministero della Salute - che continua, però, ad essere retto dal generale Pazuello - per occuparsi di Scienza, Tecnologia e Strategie sanitarie. «Ciò che ci preoccupa - aveva detto l'altroieri Wizard in tv - è che alcuni amministratori pubblici, purtroppo, stanno approfittando della pandemia per ottenere più soldi. E per farlo gonfiano il numero di morti». Per poi aggiungere, rivolto al giornalista di Cnn Brasil: «Tu lo sai, io lo so, tutta la popolazione del Brasile sa che ci sono centinaia, migliaia di persone che non hanno mai avuto sintomi di Covid-19 e per qualche motivo sono morti. Ma poi nel certificato si dice che sono morti con il Covid. Ciò che noi sosteniamo è invece un criterio più sofisticato per identificare i veri morti per coronavirus». In sostanza una versione verde-oro del «morto con» e «morto per» coronavirus che in Italia conosciamo bene avendone parlato più volte il capo della protezione civile Angelo Borrelli. Non bastasse, sempre da sabato, il ministero della Salute brasiliano ha cambiato l'orario con cui trasmette i dati di contagiati e defunti. Se prima, infatti, erano comunicati alle 7 di sera locali, l'orario ora è slittato alle 22. Il motivo spiegato dallo stesso Bolsonaro sarebbe «per evitare sottostime e incoerenze» perché con tre ore in più «i flussi vengono standardizzati con la massima precisione».
Un altro cambiamento, poi, ha mandato nel pallone molti, compresa la prestigiosa Johns Hopkins University che è riferimento mondiale per la contabilità della pandemia. Sempre da sabato, infatti, il Brasile trasmette solo i dati di morti e contagiati giornalieri, senza più fare le somme totali. Una decisione infantile ma che non incide sulla sostanza e, infatti, la Johns Hopkins, dopo avere smesso per alcune ore di contabilizzare i numeri brasiliani, ha di nuovo inserito il paese del samba nel suo database. Insomma, considerazioni di Wizard a parte, poco cambia in Brasile dove, in realtà, è il circo politico, giudiziario, sanitario e di manifestazioni di strada (ieri scontri tra opposte fazioni) a tenere banco.
Del resto i media gridano da marzo al «disastro Brasile» dicendo che i dati sarebbero sottostimati. Ora arriva Wizard che dice che sarebbero stati invece gonfiati dai governatori per avere più soldi da rubare e i singoli stati vanno al contrattacco - sostenuti da quella stessa stampa che sino a ieri metteva in dubbio la veridicità di questi dati - dicendo che «sì, sono proprio reali».
Ma se davvero i dati non fossero stati affidabili sulla base di cosa allora l'Anvisa, la Food and Drug brasiliana, pomposamente elogiata dalla stampa e dall'ambasciatore britannico, ha autorizzato a tempo di record il trial del vaccino di Oxford che da settimana prossima inizierà a essere testato su 2000 volontari tra San Paolo e Rio de Janeiro? Il Paese intanto, nonostante il pericolo di contagio del Covid 19, ieri è sceso in piazza a Brasilia e San Paolo.
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