C'era un tempo in cui per Pd e M5s il Diavolo Musk era l'acqua santa. O meglio: una sorta di genio visionario. Già, un paradosso, soprattutto alla luce delle cronache degli ultimi giorni in cui il patron di Tesla è stato etichettato dalle opposizioni alla stregua di uno stregone con manie di onnipotenza e smanie dittatoriali. Ma in politica si sa: la memoria diventa corta a seconda delle stagioni e le opinioni cambiano in base all'opportunità. Fino a quando sposava le tesi ambientaliste e finanziava le campagne democratiche di Barack Obama e Hillary Clinton, Musk era un esempio da citare, adesso che strizza l'occhio a Trump e stringe la mano alla Meloni apriti cielo.
Matteo Renzi, oggi uno dei più agguerriti, nel 2017 ci informava dettagliatamente del suo viaggio americano a Palo Alto nel quartier generale di Tesla e del suo incontro con Musk esaltandolo in modo quasi esagerato. «Dobbiamo anche educare specie i più giovani a provarci, a mettersi in gioco, a coltivare idee e sogni. Non tutti diventeranno Elon Musk, è ovvio. Ma dobbiamo costruire un Paese in cui almeno sia possibile coltivare l'idea di provarci. E ancora c'è molto da fare», scriveva Renzi aggiungendo: «Musk mi ha colpito, ha una personalità che mi aveva sempre incuriosito molto e che non avevo mai conosciuto prima di oggi. Difficile sintetizzare in breve i contenuti della chiacchierata. La scommessa sulle energie alternative per la mobilità, ma anche per la casa, il sogno di rendere possibile la vita su Marte, il super treno chiamato HyperLoop che sta facendo i primi esperimenti proprio in questi mesi, il design, l'Europa, la sostenibilità».
Continuando con la lista degli estimatori di Musk a loro insaputa, se non addirittura pentiti, non possiamo non citare il dem e sindaco di Firenze Dario Nardella che nel settembre 2021 dichiarava: «Con Musk lo spazio diventa prospettiva di realtà». Il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, nel 2022 anticipava i tempi auspicando gli investimenti di SpaceX per lo spazioporto di Grottaglie, in provincia di Taranto. «Ci auguriamo che i due grandi competitor, Virgin e SpaceX di Elon Musk, possano competere anche qui per il lancio dei satelliti. Più andiamo veloci, più in fretta metteremo a loro disposizione la possibilità di lanciare satelliti a basso costo, cosa che permetterà di rafforzare ancora di più questo importante distretto».
Sul sito del Partito Democratico è poi ancora presente un'intervista al fisico Roberto Battiston, candidato alle elezioni europee del 2019 nonché già capo dell'Agenzia spaziale italiana, nella quale parlando del co-fondatore di Paypal diceva: «Non so bene cosa sia un genio, però se incontro una persona con una marcia in più so riconoscerla. Ecco, Musk rientra certamente in questa categoria. E lo confermano i tanti traguardi che ha raggiunto a 47 anni». Battiston confermò anche la sua collaborazione con Musk per il progetto delle colonie su Marte: «Ci stanno lavorando seriamente. Raccogliendo le migliori idee per costruire colonie umane sul Pianeta Rosso. Anche io sto dando il mio contributo».
Sul versante pentastellato Beppe Grillo ha sempre elogiato Musk. Lo scorso novembre, sul suo sito il fondatore M5s ha pubblicato un'analisi di Isaac J.P. Barrow incentrata sul legame tra i due personaggi. «Sebbene Grillo non sogni di giocare con le stelle e i razzi, come fa Musk, c'è un filo rosso che lega le loro visioni del mondo: la convinzione che il progresso non possa lasciare indietro nessuno.
Dal Reddito universale alla lotta alla disinformazione, dall'innovazione tecnologica alla giustizia sociale, dalla robotica alla mobilità sostenibile», si legge. In passato il comico aveva definito Musk «una delle menti più brillanti dei nostri tempi».
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