L'Aula del Parlamento di Strasburgo ha approvato a larga maggioranza con 441 sì, 205 no e 52 astenuti la relazione curata dal politico belga Marc Tarabella sulla parità uomo-donna. È passata anche la parte più controversa del documento, ovvero quella in cui si sottolinea la necessità di garantire i diritti delle donne anche attraverso un "accesso agevole" alla contraccezione e all'aborto.
L'esito del voto è stato salutato dall'applauso di gran parte dell'emiciclo. Molti europarlamentari si sono congratulati con l'esponente socialista italo-belga andandogli a stringere a mano. La votazione, però, ha provocato anche qualche dissapore tra i cattolici del Pd, che alla fine si sono divisi sul punto dell'interruzione volontaria della gravidanza.
Nel corso delle votazioni, il Ppe ha presentato un emendamento, poi approvato dall'Aula, che inserisce nella relazione la sottolineatura che la legislazione sulla riproduzione è di competenza nazionale. Un emendamento approvato anche da Silvia Costa (Pd), presidente della Commissione Cultura del Parlamento. "Con questo emendamento che ribadisce che sanità e diritti sessuali e riproduttivi sono competenza nazionale - comunica lei stessa su Twitter - ho votato a favore della #Tarabella".
Diverso il discorso per Luigi Morgano, un altro esponente cattolico del Partito democratico, fortemente critico con la relazione Tarabella, che in Aula ha reso noto di essersi astenuto nella votazione finale.
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