Bucha, 25 donne stuprate e a Hostomel 400 spariti. Putin: provocazioni rozze

Continuano le denunce di crimini di guerra. Il sindaco: "Visto uccidere una donna incinta"

Bucha, 25 donne stuprate e a Hostomel 400 spariti. Putin: provocazioni rozze

Dacci oggi il nostro orrore quotidiano. Ma non consentirci di abituarci, mai.

Hostomel. La città dell'aeroporto a pochi chilometri da Kiev. Trentacinque giorni di occupazione russa e quattrocento civili scomparsi nel nulla, come denuncia a una radio locale il capo dell'amministrazione militare locale, Taras Dumenko. Si cerca ovunque, negli cantinati delle case, nei fossi. Hostomel è una città fantasma. I suoi circa 15mila abitanti sono per la gran parte fuggiti. Dal 28 febbraio, all'inizio dell'occupazione russa, le autorità locali hanno cercato di redigere un censimento delle persone di cui non si avevano più tracce. «Finora - spiega dolente Dumenko - ne abbiamo contate oltre 400. Tra questi, ci sono finora anche una quindicina di bambini. Altri quindici civili, a quanto ci risulta da fonti investigative, sono stati rapiti». Tra essi anche il marito e il figlio di un medico locale, portati via dai russi agli albori dell'occupazione. «Il 28 febbraio i militari russi sono entrati nella mia casa e hanno portato via mio marito Oleg e mio figlio di vent'anni - racconta Olena -. Li hanno rapiti perché mio marito è un ex poliziotto e in casa hanno visto armi e i suoi distintivi. Ma adesso assieme a mio figlio faceva il volontario. Mi hanno detto che adesso sono in Russia, nella prigione di Kursk. Spero siano vivi».

Spostiamoci di pochi chilometri e arriviamo a Bucha. Qui il libro degli orrori ha tante pagine fitte. Ieri è stata ritrovata quella che ha tutte le apparenze di una nuova fossa comune. Il Guardian ha mostrato una foto dall'alto di un luogo vicino a una chiesa con alcuni uomini che lavorano attorno a una buca. Ma soprattutto ieri la commissaria per i diritti umani del Parlamento di Kiev, Lyudmyla Denisova, ha raccontato alla Bbc che venticinque ragazze hanno raccontato di essere state violentate dalle forze russe a Bucha. Si tratta di ragazze tra i 14 e i 24 anni che hanno contattato un numero gratuito che offre supporto alle vittime di violenza sessuale e che quindi sarebbero la punta emersa di un iceberg spaventoso. «Le violenze sono avvenute un mese fa. Continueremo a documentare questi terribili crimini e ogni criminale sarà punito», ha detto Denisova. Il sindaco della cittadina alle porte di Kiev Anatoly Fedoruk ha ieri dichiarato alla Bbc di avere assistito personalmente all'esecuzione di diverse tra le almeno 320 persone uccise barbaramente dai russi nella sua città. «C'erano tre auto di civili che cercavano di evacuare in direzione di Kiev e che sono stati brutalmente uccisi a colpi d'arma da fuoco. C'era anche una donna incinta il cui marito urlava di non spararle. Ma loro l'hanno uccisa brutalmente».

Le nefandezze compiute dai russi continueranno a emergere man mano che i russi continueranno a ritirarsi nei territori attorno alla capitale Kiev. Finora sono almeno 5mila i presunti crimini di guerra su cui la procuratrice generale ucraina Irina Venediktova sta indagando. I crimini di guerra, ha aggiunto il magistrato, sono i primi che si indagano, «seguiti dai crimini contro l'umanità e dal genocidio».

Ma i russi, loro, continuano a negare. «Quella a Bucha è stata una provocazione rude e cinica delle autorità ucraine», ha detto il presidente russo, Vladimir Putin al primo ministro ungherese, Viktor Orbán. E la portavoce del ministero degli Esteri di Mosca, Maria Zakharova, ha ribadito: «Ci sono prove sufficienti che la Russia non sia colpevole di crimini a Bucha», aggiungendo che i media occidentali sarebbero i complici della mistificazione di Kiev. «Nessun civile è stato colpito a Bucha».

Ma il sindaco della località invita il ministro degli Esteri russo, Serghei Lavrov, a «venire a vedere di persona i corpi delle persone uccise, a guardare negli occhi le loro famiglie, le loro madri, mariti o bambini diventati orfani».

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